Silenzio sempre più denso,
cupo, remoto e sconosciuto.
Scorrono le ore
inesorabili e spaventose.
Raccolgo i fili della mia vita
per fare una matassa
dalla quale si dipanano
più dolori che gioie.
...Soprattutto, non affrettare il viaggio; fa' che duri a lungo, per anni, e che da vecchio metta piede sull'isola, tu, ricco dei tesori accumulati per strada senza aspettarti ricchezze da Itaca. (C. Kavafis)
Silenzio sempre più denso,
cupo, remoto e sconosciuto.
Scorrono le ore
inesorabili e spaventose.
Raccolgo i fili della mia vita
per fare una matassa
dalla quale si dipanano
più dolori che gioie.
Giornate vuote,
pensieri che sfuggono.
Insonnia tormentata.
Mesti ricordi
richiamano
un passato lontano
che sconvolge il presente.
Il freddo gela la mente
e i passi calpestano
il vuoto.
Alberi di ulivo
maestosi e superbi
con lo stesso colore
cereo e argentato,
sotto le cui ombre
possono stare famiglie numerose.
Stressati da burrasche
e perturbazioni,
ben piantati da secoli
rimanete sempre lì
come baluardi giganteschi,
per proteggere la gente di Calabria
che vi guarda
come una grande risorsa.
Estate 1974
Le tue parole
calde e lusinghiere.
Le tue parole
coraggiose e forti.
Le tue parole
avvolgenti come la musica.
Le tue parole
risuonano nelle mie orecchie
e l'eco lontana
ribatte come un macigno.
Per Liliana
Venerdì 15 aprile
sparivi nel nulla
dopo aver girato tre ospedali
e fatto un lungo viaggio
nel cuore della notte,
con dolori che solo tu
potevi sopportare.
Morivi dopo aver visto
i tuoi figli,
ma il tuo incontro è stato
solo una bolla di sapone,
dove il vento fischiava dalle fessure
e le porte si chiudevano per sempre,
fra lo smarrimento continuo
dei giorni che verranno.
Lontani ricordi
svaniscono nel vuoto,
mentre i tuoi passi
si allontanano per sempre.
15 aprile 2016
Nel cielo una falce di luna
dai tenui raggi.
Mare potente, ampio ed etereo
nel suo struggente movimento.
Atmosfere lontane e perdute
nel profumo di antiche tradizioni.
Gli spazi del gratuito
tendono a restringersi.
Pensieri lontani tornano alla mente
col desiderio di spiccare il volo
e slanciarsi verso posti nuovi.
Ultimo sguardo
gettato qua e là
nella tua anima angosciata.
Vedo il tuo stanco sorriso,
gli occhi smarriti,
le mani prive di forza.
Lacrime trattenute a stento
fra le tue ciglia.
La partita si chiude per sempre.
Forse in questo momento
la preghiera non arriva più
a un Dio molto distratto.
Novembre 1978
Eolie
Coste e scogliere vissute,
smangiate e corrose
da secoli di mareggiate.
Quanto più ci si avvicina,
tanto più si mettono a fuoco i dettagli,
e d'improvviso
subentra lo stupore.
Susseguirsi di cale, punte,
grotte, insenature,
rocce e faraglioni.
Insieme di colori,
sfumature e cromature
indimenticabili e spettacolari.
Sensazioni difficili da descrivere,
una gioiosa cascata di emozioni che ti travolgono.
La trasparenza dell'acqua
rende l'approdo così unico
da far apparire chiara
anche la rozzezza impura.
Estate agitata e frettolosa.
Cielo azzurro senza sospetti di nuvole.
Sono come un uccello
che vola senza meta.
Pedalate sempre in salita.
Fragore di lontananze perdute.
Sentimenti profondi,
consonanze mai sperimentate prima.
Non si può tornare indietro nel tempo
per cambiare il destino.
Mai vorrei vedere le tue lacrime,
mai vorrei veder sanguinare il tuo cuore,
mai vorrei assistere
alle tue debolezze,
mai vorrei vederti affaticato,
mai vorrei vederti inciampare
sul cammino della vita.
1 febbraio 1970
Alberi con le braccia alzate
spogliati dalle loro foglie.
La natura si addormenta
per poi risvegliarsi a primavera
quando le nuvole in cielo
si colorano di rosa
e nel bosco appaiono
le prime violette.
La nebbia si concede al vento.
Il buio lacerandosi
all'improvviso svanisce.
Un pallido sole
regala un po' di luce.
Si fa largo una sotterranea tenerezza
che regala brandelli di felicità.
Sei la perla della mia giovinezza.
Hai saputo gettare la lenza
nel profondo dell'animo mio.
Hai il potere di vegliare
sulle mie giornate
piene delle tue parole,
parole limpide come pennellate
fatte dai pittori più famosi.
Aprile 1952
Lido azzurro
Bassa marea che sparisce
lasciando scoperto il fondale.
Sconfinata pianura di sabbia,
sommersa nuovamente
da ritmo incessante.
Vastità di mare
dalle coste scoscese
dove nidificano uccelli marini,
in un mondo tutto da scoprire
che racchiude i più grandi
segreti dell'universo.
Agosto 1957
Ferite sempre aperte.
Aria disfatta.
Respiro affievolito
sotto un cielo gonfio di pioggia.
Intesa fatta di silenzi,
di guardi furtivi,
di cenni preziosi
riflessi in pensieri nascosti.
Senza far rumore
si ricompone il silenzio.
La lampada
che rischiarava il tuo cammino
si sta spegnendo.
E il giorno diventa
sempre più buio.
Il commiato è vicino.
Il tuo congedo
è imminente.
La vita
è timore e rifiuto.
La vita
è ribellione e rassegnazione.
La vita
è un ridicolo sogno.
Agosto 1978
Pesanti nubi scendono lentamente
e la nebbia comincia a infittirsi.
Orizzonte nascosto.
Tracce di un'estate
scappata lontana.
Cielo nero come la pece.
Mare agitato, odore di salsedine.
L'aria punzecchia di vento fresco.
Tutto è come appannato.
Suoni smarriti giungono da lontano.
Forse la lontananza
dalla mia terra
ha ucciso
la mia capacità di sognare.
Porto sempre con me
il ricordo dei tuoi sorrisi.
Porto sempre con me
il ricordo del tuo sguardo sereno
e del tuo grande ottimismo.
Porto sempre con me
il suono dei tuoi passi
cadenzati.
Sei la stella cometa
della mia vita.
A Mimmo
Non riesco a trovare le parole
per definirti con un solo vocabolo.
Ti ricarichi e ti rituffi
nell'arena di tutti i giorni.
Sei un insieme di emozioni
che fanno brillare gli occhi,
che fanno di uno sbadiglio un sorriso,
che fanno battere forte il cuore.
Sei luce, nube, fuoco,
tuono, uragano, brezza,
terremoto, roccia, energia, vita.
In punta di piedi
sorge il sole
per accarezzare le case
addormentate
e le strade ancora deserte.
Intrecci di luci
fra i rami degli alberi.
È l'ora in cui si sente
il risveglio della natura,
quando tutte le cose
sembrano belle e trasparenti.
Cammino incerto del mio svanire,
sguardo oltre orizzonti lontani.
Mani protese in cerca
di un'alba luminosa
dove si cantano immagini diverse.
Non ci sarà più l'ansia dell'arrivo.
La tua sosta è una bolla di sapone,
dove il vento fischia dalle fessure
e la corrente riporta a galla
lontanissimi ricordi
svaniti e mai dimenticati,
in un silenzio mortale
dove le porte si chiudono
per sempre.
Senza
Buio senza immagini.
Eternità senza futuro.
Sonno senza sogni.
Illusioni senza speranza.
Odore senza profumo.
Buio senza colori.
Passato senza presente.
Realtà senza fantasia.
Estate senza promesse.
Sole senza calore.
Pensieri che paralizzano
e tolgono ogni forza
dalla propria mente.
Meticolosa follia
come cenere di voci bruciate.
Sensazioni e ricordi
privi del minimo entusiasmo.
Sei goccia d'acqua che disseta.
Sei consolazione per il cuore ferito.
Sei rugiada che fa crescere le piantine.
Sei balsamo che rimargina le ferite.
Sei stella cometa che orienta nel buio.
Sei alba che sveglia il nuovo giorno.
Sei mappa che indica le rotte da seguire.
Sei sole che scalda i cuori freddi.
Sei vento che dissolve le nebbie.
Sei fiamma che incenerisce l'indifferenza.
Sei pioggia che lava la caligine.
Sei zattera che salva dai naufragi.
Sei forza che libera dalle catene.
Sei ossigeno che regala la vita.
Sei speranza che risolleva dalle angosce.
Sei bussola che orienta in mare aperto.
Sei fuoco che brucia l'egoismo.
Sei sentiero che conduce alla via maestra.
Sei una goccia celeste
che
cade
e squarcia le tempeste
nel caos
della
vita.
Felicità è sfamare un bambino,
stringere una mano.
Felicità è asciugare una lacrima,
sperare nella vita in due.
Felicità è sbaragliare il cancro.
Mi mancano
le tue parole,
le tue risate,
le tue mani,
i tuoi abbracci,
le tue dimenticanze,
la tua innata simpatia,
i tuoi occhi
per guardare il mondo.
Dipingevi il nostro ménage
con i colori
dell'entusiasmo
e della serenità.
Si affaccia uno stanco autunno
mentre il vento
scherza con le foglie gialle.
Spruzzi salati sul mio viso,
non sono altro che lacrime.
Ti rivedo con gli occhi della speranza
nel tuo viaggio senza ritorno.
La tua anima si è liberata
da ogni sofferenza terrena:
vola alta nel cielo
come un gabbiano in riva al mare,
inghiottito dal sole infuocato del tramonto.
Sei passato come una meteora
che cade e spacca il cuore.
Febbraio 1979
In fondo alla notte
mi apparivi
bello nella tua divisa.
Emozione grande,
visione eterea.
Afferravo di colpo le tue mani
anche se di fili invisibili
era fatta la nostra intesa.
Il sogno ricorrente
s'increspa e sparisce
come nebbia fugata dal vento.
Speranze deluse,
promesse non mantenute.
Cerco invano di seppellire
il mio dolore.
Gocce di rugiada
velate di pianto.
Speranze fatte di niente,
giornate vuote illuminate
da una grande solitudine
che si riflette nel cielo.
Stelle intirizzite
nella volta celeste.
Il suono del vento
sferza e delude
ogni minima speranza.
Alberi stilizzati
contro un cielo irreale.
Nuvole sospese
fra le note stonate.
Macchine veloci,
sguardi infreddoliti.
Tinte sbiadite
fra pene gigantesche.
Poca voglia di parlare.
Molta fretta di arrivare,
non si sa dove.
Attese nascoste.
Desiderio di evasione.
Luci che si accendono,
forse nel cuore di pochi.
Apri gli occhi.
Non negare il mondo,
non essere cieco:
guarda il panorama
prima delle nebbie d'autunno.
Ammira
le limpide serate d'estate,
il cielo terso,
la luna luminosa
che rischiara le strade
e parla di serenità.
Non posso comprendere
la scienza del patire,
anche se dolore e sofferenza
sono eventi imprescindibili
della vita umana.
Mistero del dolore.
Forse non troveremo
mai la spiegazione
che ci fa cadere
nella snervante sofferenza.
Per mio papà
Eri bello, grande e maestoso.
Eri la quercia possente
che mi dava sicurezza.
Le tue parole aprivano
spiragli di luce intensa.
Oggi mi consolo
con la tua foto
dove mi appari bello e pensieroso.
Però la foto cattura
l'istante dello scatto.
I miei ricordi
vanno oltre e parlano di gioie,
di sentimenti, di scoperte
e di sofferenza,
portando con sé il profumo
dell'infanzia perduta.
Uomo d'eccezione, padre possente,
innovatore colto e profondo,
signorile nei modi,
questo eri tu.
26 gennaio 1951
Le barche scivolano
danzando sulle acque del mare.
Il sole cala regalando
il suo saluto.
Le onde si agitano in eterno
colorate come il tempo
da un ritmo incessante.
Squarci di nostalgia,
di ansia, di malinconia
aiutano la capacità
di guardare il mare
con occhi ingenui
colmi di infantile stupore.
Agosto 1971
Ultimo riflesso del giorno morente.
Cielo greve di vapori.
Orizzonti molto lontani.
Coscienza assopita in un torpore
simile al sonno.
Aria incupita.
Caligine autunnale ovattata.
Sembra che tutto si muova
in una grande bolla di vuoto
dove il tempo si allunga
in un silenzio devastante.
Abbracciata dal silenzio
mi perdo in obiettivi lontani.
Nostalgia impotente
che quando non ci sei
vuole l'impossibile.
Forse la vita
sarebbe stata più difficile
se io non ti avessi
mai incontrato.
Paura dell'ignoto,
ansie e angosce
provenienti dall'esterno.
Il non sentirsi adeguati,
pulsioni negative
che albergano nel cuore,
strattonati da dubbi.
Domande impervie
si affacciano per un attimo
sull'orlo dell'abisso.
Rapporto complesso,
in perenne movimento
fatto da inquietudine,
emozioni, sensazioni,
risucchiati da quel lato oscuro
che neghiamo di avere
perché ci fa paura.
Come spicchi d'arancia
i tuoi giorni si sgranano
e scivolano verso un destino
segnato da un tramonto
anticipato e definitivo.
Il fuoco si spegne per sempre
e il freddo penetra nelle ossa.
Cambia la stagione
e la natura si dichiara sconfitta
fra il turbinio del gelido vento
che preannuncia una dolorosa stagione.
Il futuro sarà una finestra sbarrata.
Luglio 1978
Non sono sola.
Vivo coi miei ricordi:
ombre delicate che si avvicinano
da molto lontano.
Ti vedo con gli occhi della mente
e ti avvicini al mio fianco
al di là dello spazio e del tempo.
Adesso sei uno spirito libero.
Il tuo volto traspare dalle nuvole.
Non hai più età.
Io ti faccio rivivere
regalandoti un soffio di speranza,
un anelito di vita.
Per prolungare il ricordo
ripasso le giornate vissute
accanto a te.
Emozioni soffocate,
respiri tiepidi dell'anima,
palcoscenico di sabbia
finito e sbriciolato
sotto gli occhi di tutti.
Il destino ha fatto presto
a presentare il suo conto.
Il domani sarà dai contorni incerti.
La vita è stata un'enorme salita.
Ci siamo fermati prima
di raggiungere la vetta.
Dicembre 1978
Svegliarsi la mattina
e sentirsi nessuno.
Girare per la strada
e fissare il vuoto.
Guardare il mare
e chiedersi il perché dell'accaduto.
Guardare il mondo
e non avere voglia di continuare.
Entrare in chiesa
e non saper pregare.
Avere in mano il telefono
e non dire una sola parola.
Intorno il vuoto pauroso.
E in quel vuoto
la parola fine.
Maggio 1979
Stai accanto a me per rinforzarmi,
fuori di me per custodirmi,
sopra di me per proteggermi,
sotto di me per consolidarmi,
davanti a me per guidarmi,
dietro di me per seguirmi,
intorno a me per rendermi sicura.
Ho bisogno di te
come l'aria
che
respiro.
Giugno 1966
Giungono in anticipo
i colori dell'autunno
e con essi
affiorano i ricordi.
Apro la porta del giorno
e sento le orme dei tuoi passi
che piano piano
si allontanano.
Di contro si aggrava sempre di più
la zavorra delle mie ferite.
Stagioni che si alternano.
Rotte che si invertono
mentre i pericoli del percorso
rimangono invariati.
Pause estenuanti
che restituiscono
immagini deludenti
di una vita mai vissuta.
Ero un fiore sperduto
in un piccolo prato.
In una fredda mattina
d'inverno mi hai notato:
mi raccogliesti con le tue mani
per non lasciarmi mai più.
Il grande sogno iniziava
e insieme volevamo vivere
una favola meravigliosa.
Settembre 1954
Tu sei il mio canto di aprile
Sei il più maestoso
degli esseri umani
della tua Sicilia.
Tu sei caldo pensiero,
balsamo dolce delle mie ferite.
Tu sei il confine agognato,
la verità limpida.
Tu sei penetrato
come un dardo fulminante
nel mio cuore
e nella mia mente.
Vedo con i tuoi occhi,
ascolto con le tue orecchie.
Sei finezza incomparabile,
pazienza infinita,
attesa che precede l'incontro.
Andare, incontrarsi, parlare
è soddisfazione intima
nel cammino rigoroso
di un vagare lontano
oltre misura.
Aprile 1952
L'amore non avrà mai fine.
L'amore copre anche l'ingratitudine.
L'amore sopporta tutto e spera sempre.
L'amore non si adira,
anche quando i nervi sono a pezzi.
Se non hai amore verso gli altri
non servi proprio a niente.
L'amore, quello vero,
ti cambia la vita,
affascina, conquista,
smuove le coscienze.
L'amore non conosce tramonti.
E' sempre pronto a perdonare e a credere,
a sperare e a sopportare.
La brezza marina
lascia il posto
a una quiete immobile.
Il cielo è pieno di stelle
che si stendono all'infinito.
La notte è tempo di silenzio
e di raccoglimento.
Paesaggio quasi irreale.
La luna getta nell'acqua
una patina lucente ed eterea.
L'istante di un'attesa è lungo
quanto l'attesa di una risposta.
Ti penso con grandissima emozione
la sera,
prima di andare a letto.
Bacio la tua foto,
con la raccomandazione
di pregare per me.
Neppure i ricordi più belli
colmano il vuoto.
Le ferite peggiori
sono quelle
che non si vedono.
Il caldo esplode
senza mezze misure.
Metto a dormire i miei sogni
e i pensieri si spengono
come per incanto.
Il mio cuore è fiacco
e timoroso.
I buoni propositi
se ne vanno in fumo.
Sono stanca di illudermi
che il futuro sarà diverso.
Guidami attraverso
le strade del mondo.
Insegnami ad aspettarti.
Accarezza la mia mente
con le tue battute.
Tienimi sempre per mano,
sorreggimi quando ho bisogno.
Salvami dagli errori quotidiani,
attraversa il mio cuore
con la tua grande dolcezza.
Interpreta le mie emozioni,
aiutami a chiarire i miei dubbi,
placa la mia ingiusta ansia.
Rivoluziona la mia vita,
ferma il tempo nel cerchio
che ci vede prigionieri
di un amore sempre vivo.
24 giugno 1967
Marina di Palmi
Sole mescolato a mare
là dove la terra finisce
ai confini del tempo,
dove i giorni svaniscono
nell'immensità.
Lo sguardo senza limiti
vaga libero fino all'orizzonte
dove i pensieri naufragano
verso lidi sconosciuti.
Palmi - estate 1956
Fiori dai colori sgargianti
nel loro fulgore,
spenti e ripiegati verso terra
dopo qualche giorno.
Fiori che appassiscono
riempiendo l'aria del loro odore,
corolle splendenti reclinate
sui vasi che restano inermi
come bocche vuote e sdentate.
La città dorme ancora.
Rumore di pioggia incessante.
Le macchine scivolano
sull'asfalto bagnato.
Spettatori sornioni del via vai
che scortano il tragitto dei passanti,
sono i gabbiani.
In lontananza,
rintocchi di campane.
Rintocchi lentamente scanditi
che come pugnali
mirano al cuore.
Vedo i tuoi grandi occhi
diventare stanchi e vuoti.
Ho pregato in tutte le lingue
ma in questo momento
il Signore è cieco e sordo.
Traccia indelebile
di grandi ferite
che segna dolorosa impotenza
e lascia desolata solitudine.
Inquietante smarrimento
governato da paure ed angosce
per i giorni che verranno.
Forse il Signore chiama a sé
i suoi prediletti.
Il sorgere del sole non sarà più lo stesso
e il mare apparirà improvvisamente vuoto.
Ottobre 1978
Eri il grande rifugio
delle mie solitudini,
dei miei smarrimenti,
delle mie paure.
Eri il mio punto fermo.
Eri il fascino di un cielo stellato,
la magia di una giornata di neve,
la purezza della natura
lavata dalla pioggia.
Eri il gioco delle nuvole in corsa,
la scia fuggitiva di una grande cometa.
Eri l'ignota ricchezza che avvolge
tutto l'essere umano.
Eri l'universo senza confini.
Eri l'infinito mistero
che cattura sogni e speranze.
Dicembre 1978
Ferito con gli occhi
umidi di pianto.
Nascosto dietro il tuo dolore
la tua anima si spezza e si ricompone.
Non vuoi svelare il tuo male,
lo tieni in segreto
per non deludere le speranze
di chi ti sta vicino.
Bevo gocce di veleno
mentre ti consumi
nel tuo silenzio.
Inenarrabile senso di vuoto.
Impressione di lievitare
in una specie di limbo.
Sensazione di essere viva
soltanto a metà.
Istanti fotografati, dipinti,
segnati nel tempo
con grandi dubbi,
timori e ansie.
Nuvole nel cielo
gonfie di speranza.
Ultimo capitolo della nostra storia.
Non c'è più tanto tempo.
Risparmia il fiato.
Sai andare via senza far rumore.
La linea dei giorni è già in discesa.
Il mondo si presenta come un grande deserto.
Ora la memoria vive solo di passato:
né presente, né futuro,
ed è come una nave priva di timone
in balìa della tempesta.
Finito il tempo della commedia
comincia tra poco quello della tragedia.
Ottobre 1978
Si chiude l'inverno.
Esplode la primavera.
Il vento gioca
con le chiome degli alberi.
Le barche si spingono al largo.
Tutto si apre a nuova vita.
C'è l'incanto del tramonto,
del cielo colorato di rosso.
Ascoltiamo il silenzio
per rientrare in noi stessi.
Primavera 1975
Prenditi tempo per sorridere:
è la musica dell'anima.
Prenditi tempo per amare:
è la via della felicità.
Prenditi tempo per leggere:
è la sorgente della saggezza.
Prenditi tempo per giocare:
è il segreto della giovinezza.
Prenditi tempo per pensare:
è la fonte dell'intelligenza.
Prenditi tempo per pregare:
è la chiave per l'eternità.
Prenditi tempo per donare:
è l'antidoto all'egoismo.
Prenditi tempo per consolare:
è la premessa dell'empatia.
Sei la mia forza,
la speranza del domani,
l'allegria che dà la carica.
Sei la lampada sempre accesa,
il sole che dà calore nelle giornate fredde.
Sei la saggezza, la sicurezza,
la calma e la freschezza
dei giorni che verranno.
Febbraio 1968
Squarcio di cielo azzurro e profondo,
sei un lento scintillio di stelle.
Il silenzio della notte è gioia e sicurezza.
La luna sospesa nel cielo
illumina il mondo intero.
Tutto profuma di verde,
ogni cosa si nasconde e tace.
Il vento scende dalle montagne
e anche gli stracci odorano di buono.
Falerna, 15 febbraio 1954
La vita è come le montagne russe.
E' un giorno forte e allucinante.
La vita è lanciarsi con il paracadute.
E' rischiare, è cadere, è rialzarsi,
è alpinismo, è voler raggiungere la vetta
per poi ritrovarsi insoddisfatti
e angosciati, quando il destino
si accanisce contro di te.
Marzo 1985
Come un'ombra
in cerca di equilibrio
ti cerco in ogni strada,
nei treni delle vacanze,
in ogni vicolo nascosto,
nelle divise dei sottufficiali,
in ogni dove.
Sei diventato vento
che soffia sul mare
e sputa raffiche sulle onde
schiantandosi contro la scogliera.
Ora le parole
sono senza ritorno.
Giugno 1979
E' bello ascoltare insieme
la stessa melodia.
E' bello guardare insieme l'aurora
che sorge dal mare.
E' bello vedere spuntare dai prati
una piccola margherita.
E' bello vedere a occhio nudo
nel buio della notte
il cielo terso sopra di noi.
E' bello ammirare le stelle
la notte di San Lorenzo
stando vicini.
10 agosto 1957
La breve e intensa
fioritura del pesco
segna il declinare dell'inverno.
La sua esplosione di petali
scuote il cuore dal letargo
e illumina gli occhi,
ma dura pochissimo.
Al chiarore di una notte
senza luna
cadono i fiori di pesco
e l'albero rimane spoglio
e privo del suo colore.
Nella strada vedo ombre
che camminano
coi loro fardelli.
Tutti hanno fretta.
Come automi vanno
nel mondo che corre,
e come ciechi
non vedono le immagini
che avanzano come in un film.
E' difficile svelare ad altri
i bagliori più reconditi
che non danno risposte
alle nostre domande.
Scavo nei miei ricordi
per ritrovarti
ora che non ti ho più.
La mia idea di naufragare
si aggrappa al tuo relitto
e mi porta lontano
nel tempo.
Rileggo la mia vita
come sulle pagine di un libro.
Rivedo i miei anni giovanili
che rotolano fra le tue mani.
Ti ho conosciuto da sempre
e ti ho amato con tono deciso.
Tu eri la mia stella polare.
Sei partito.
Non ti ho potuto trattenere.
Ora il dolore sbarra tutte le porte.
Novembre 1978
La mia vita ubriaca di futuro
ritorna indietro nel tempo
per non toccare il vuoto
e respirare l'impossibile.
Aspetto dietro i vetri della finestra
e guardo lontano in un inutile mattino
una vaga e minima speranza
per non sprofondare
nel
nulla.
Grosse gocce d'acqua
simili a diamanti
cadono dal cielo.
La pioggia lava l'asfalto
che è diventato lucido.
Il sole scende velocemente
e la luce morente
si riflette sulle case
gettando ombre
su buona parte del paesaggio.
Le giornate scivolano via
come parole di un'antica liturgia.
Alba mista a pioggia.
Pioggia mista a neve.
Il pesco è fiorito:
sembra una nuvola rosa
che staccatasi dal cielo
si è posata leggera
sui rami spogli.
Giornata gelida,
oggi come ieri
e forse come domani.
Il tuo amore è diventato vento.
Trascorro i giorni che seguono
compiendo il cammino a ritroso,
cogliendo tutti i nostri grandi valori.
Tu mutavi l'onda scatenante
in un mormorio
dolce e disperato.
Sono molto vicina al tuo richiamo
e vivo con te il canto del cigno.
Cerco nella mia mente
il rumore dei tuoi passi
cadenzati,
cerco nella mia mente
il timbro della tua
voce suadente,
cerco nella mia mente
le tue battute ironiche
e non riesco a darmi pace.
Certe ferite rimangono
sempre aperte
e non si possono ricucire.
Il mio cuore ferito
ospita ricordi dolorosi
che lasciano il segno.
Rivedo ogni anno
i luoghi della mia adolescenza.
Poco per volta
trovo davanti a me
il tempo trascorso.
Superficie increspata
da cui riaffiorano
frammenti di memorie,
sensazioni e gesti,
parole e volti,
a me molti cari.
Lascio i pensieri
nella penombra della mia anima.
Il passato
diventa groviglio istrionico
custodito gelosamente
nella mente e nel cuore.
Comincia un anno nuovo
con trecentosessantacinque giorni
di pagine vuote.
Li riempirò coi ricordi,
col tuo sorriso,
con la tua voce,
con i tuoi sguardi,
con le tue parole calde,
col tuo grande amore.
In compenso
ti regalo i miei lunghi
e frequenti silenzi.
Il tuo ricordo
mi farà compagnia
per tutta la vita.
1979
Basta un secondo di tempo
per cambiare il corso
di tutta la vita
e lasciare tutte le cose a metà
con un vuoto assoluto
dentro e fuori.
Il mondo è maestro
per prospettare un futuro incerto.
Il battito del cuore
diventa ad un tratto
il rintocco di una campana a morto.
I rintocchi del campanile
segnano il tempo.
I raggi di un pallido sole
proiettano ombre lontane.
Il paesaggio sembra morto
ma un raggio di luce precede l'aurora
e una sotterranea speranza
rilancia la vita,
mentre intorno il silenzio
inghiotte ogni cosa.
Avrei voluto volare con te
fino alla fine del nostro tempo.
Eri la tavolozza piena di colori.
I tuoi occhi mi parlavano senza parole.
Discorsi interrotti all'improvviso.
La catena di colpo si spezza
e il treno non può rallentare
la sua pazza corsa.
Così si consumano i giorni
all'insegna di orizzonti grigi.
1 febbraio 1979
(Il primo compleanno di mio padre
dopo la sua morte. NDR)
Lasciami scoprire il trascorrere
dei tuoi giorni.
Lasciami pensare
ai tuoi sospirati progetti.
Lasciami sentire
i tuoi reconditi pensieri.
Lasciami esplorare
le tue gioie sconosciute.
Lasciami approdare
nei tuoi lontani confini.
Lasciami entrare
nel labirinto del tuo animo.
Lasciami sfiorare il tuo viso
con le mie carezze.
Lasciami ascoltare
nel silenzio
la tua voce
calda
e avvincente.
Maggio 1955
I tuoi occhi celano la promessa
del tuo caratteristico sorriso.
Sono teneri e gentili,
misteriosi ed infantili,
carezzevoli e maliziosi
per diventare poi assorti e pensosi,
distanti dal presente
ma smarriti in un lontano sogno.
Tristezza e gioia
non hanno forma in voce.
Non si possono misurare
col metro.
Non si possono pesare
sulla bilancia.
Restano misteri impenetrabili.
Nei momenti bui
anche una parola
è acqua nel deserto.
Il tuo respiro mi parla.
Le lacrime non fanno rumore
e tu non le hai mai viste
né sentite.
Incapace di decifrare
i segnali della vita,
affaticata e infreddolita
mi sembra di attraversare
a piedi la Siberia.
Il viaggio è finito.
Cercarti non serve più.
Tu prendi il largo
e il mondo si ferma
senza ragione alcuna.
Io mi perdo
in una confusione lontana
dove le porte si chiudono
lasciando fuori le ansie
dei giorni che verranno.
Stavo barattando con un Dio
che non mi avrebbe ascoltata.
Dicembre 1978
Ho passato tutta la vita
a costruire un castello
di illusioni.
Improvvisamente un vento forte
l'ha buttato giù.
Tra virgole e punti
si ricomincia da capo.
Quando si rinnova la corsa
c'è sempre meno di quello che vorresti.
La vita sa
come chiudere il conto.
Mi ero persa nel labirinto
dei tuoi sguardi.
Mi ero specchiata nel tuo sorriso.
Ti avevo aspettato da sempre.
Pensavo che saresti rimasto a lungo
nel mio domani.
Ogni volta che ti vedevo
era un tuffo al cuore.
Pensavo che la nostra bella favola
sarebbe durata a lungo.
Ora vivo a metà
e il freddo
mi gela
il respiro.
La tua vita
una breve volata.
Continui a parlare
nel silenzio
e solo io ti ascolto
per sollevare l'animo -
come un filo sottile
fra due ganci-.
In questa notte stellata
la tua voce inconfondibile
mi dà coraggio
per continuare un cammino
che mi aspettavo molto diverso
da come si è manifestato.
La morte purtroppo
cambia tutte le cose.
Dicembre 1978
Quiete bucolica
avvolta di luce riposante.
I rami degli alberi
si muovono come ventagli.
Il vento non conosce riposo.
Nuvole di malinconia.
Occhi severi e penetranti.
Incantevoli visi incupiti.
Ogni persona è un pianeta segreto.
Il mondo continua a sfrecciare
in mezzo al nulla
divorando inesorabilmente
spazio e tempo
ingoiati per sempre
nell'infinito.
Ti sento vicino.
Respiro nel tuo respiro.
Vorrei dirti tante parole,
mi soffoca la timidezza.
Mi voglio nascondere
dentro i tuoi pensieri.
Fermiamo il tempo
tenendoci per mano.
Stammi sempre vicino
e facile sarà il nostro cammino.
Giugno 1956
Sei come l'acqua per i fiori,
come il bosco per i funghi.
Sei come la carica per l'orologio.
Sei come un grappolo
che tiene uniti i suoi acini.
Sei come una calda coperta.
Sei come le dita della mano
che si aiutano a vicenda.
Sei come una grande orchestra
nella quale si suonano le note più belle.
Sei come il nido caldo per gli uccelli.
Sei come un forte vento che aiuta
la piccola barca a vela
per non andare alla deriva.
Sei come un ramo di ciliegio
in piena primavera.
Sei come un grande sole
che scalda il nostro domani.
Febbraio 1956
Agosto milazzese
Giornate torride
e accecanti
come acciaio fuso.
Profondo silenzio,
aria impregnata
di gravità impietosa.
Miraggio vago sopra il mare.
Sei la mia lampada magica.
Nei tuoi grandi occhi
rivedo l'aurora boreale
e il grande tiranno
dei miei sogni notturni.
Agosto 1962
Panorama della vita
sei fatto di pianure e colline,
fiumi e deserti,
steppe e giardini,
lande e foreste,
mari e montagne,
gioie e tormenti.
E' un dipanarsi contraddittorio
di azioni ed emozioni,
sogni e illusioni,
per poi scomparire
nell'immobilità senza ritorno
con il nulla fra le dita.
Pallida penombra
di una strana notte d'estate
dove il sogno ricorrente
è riposo ed evasione
dalla routine che attanaglia
i giorni e le ore,
per spaziare in giorni lontani
dove la sola ragione
è sparire
nel nulla.
Voglia di cose belle,
di mare, di sole, di calore.
Linguaggio pittoresco
di vita in movimento.
Splendore di bellezza
nei fiori, nelle stelle,
nel gioco di colori, nella natura,
nel sorriso dei bambini.
Atmosfera magica, poetica,
romantica, fantastica.
Passione che esplode
come fuoco improvviso.
Estate 1957
Se mi addormento svegliami.
Se mi fermo, spingimi a proseguire.
Se non ho voglia, dammi la carica.
Se smetto di lottare, comprendimi.
Se mi affatico, proteggimi.
Se mi rattristo, consolami.
Se inciampo nel mio cammino
sollevami e dimmi che ci sarai
per sempre.
24 giugno 1957
I nostri sguardi
custodiscono un sogno.
Guardo attraverso i tuoi occhi.
Parlo per mezzo della tua bocca.
Penso per mezzo del tuo cervello.
Scrivo parole d'amore
per non avere il disagio
di pronunciarle a viso aperto.
Orizzonte imperlato di grigio.
Cielo sfumato di pallori violacei.
Declino dell'estate. Aria immobile.
Silenzio greve. Veglia trasognata.
Sospeso ascolto di un fatto inatteso.
Mosaici di ricordi tornano alla mente
con l'animo a brandelli.
Novembre 1952
Sei
Tu sei il mio pensiero fisso,
la chiave della cassaforte,
il sogno proibito.
Sei la favola che avrei voluto,
il respiro di arbusto che cresce,
il punto fermo della mia vita.
Sei roccia, uragano, vulcano.
Sei l'ombra che mi accompagna
tutti i giorni della vita.
Sei la migliore cosa
che mi sia capitata.
Sei un pezzo di sole
tra le mie mani.
Sei un libro da sfogliare
pieno di sorprese.
Dentro di me sento i tuoi passi
che si allontanano
... e per sempre.
Ottobre 1978
Quando il coraggio
ti viene negato
e arranchi senza voglia,
la stanca mente
si adatta al niente
come il perdono
si piega alla colpa.
Nelle giornate faticose
attendi un segno,
una parola, un sorriso
ma la risposta è negativa.
Nelle pieghe di una stagione sfinita
immenso deserto
e grande solitudine.
Il cerchio si chiude
nello spazio consueto del quotidiano.
Tutto finisce
nella pozzanghera dello sgomento.
Il sogno più semplice
s'increspa e sparisce
al primo soffio di vento.
Novembre 1978
Non c'è luce che non abbagli,
non c'è sorriso che non illumini la notte,
non c'è strada che non sia percorsa,
non c'è attrazione che non sia partecipazione,
non c'è vecchiaia che non sia malinconia,
non c'è forza interiore che non sia sofferenza,
non c'è distacco che non sia lacerazione,
non c'è serenità
che non sia successione
di ritmi scanditi
dal piacere di vivere.
Chiamami quando hai voglia,
continua un bel dialogo,
cercami quando mi allontano.
Io sono inerme
folgorata dagli eventi,
ingannata dal presente
dove le ore e i giorni
sono smarrimento continuo.
Settembre 1952
Grande tu sei in amore e forte in bontà.
Atteggiamenti, parole,
gesti e decisioni
sono rispetto, benevolenza
e speranze.
Non sai il dono che sei,
il dono che fai,
quando ovunque ci avvolge
nell'ora che vivi,
nell'ora che affonda
e sprofonda,
nell'istante di vita
che passa e lievita
solenne, forte, potente
come una roccia
dentro il nostro cuore
scritta e scolpita,
una sola e grande parola:
"AMORE"
Vago come un pallido fantasma
in uno spazio sconfinato
e malinconiche fughe,
cercando un frammento di tempo
fra grandi sogni e triste realtà.
Guardo là dove muore il sole
aspettando un tramonto sereno
per non naufragare.
Quello che vorrei
Vorrei tante speranze
per un giorno nuovo.
Vorrei parole di coraggio
tra le foschie dell'aurora.
Vorrei annunciare tempi migliori
contro le cattiverie del mondo.
Vorrei il divieto per i lamenti
e tanta gioia contro lo sconforto.
Vorrei grande entusiasmo
contro lo scetticismo del passato.
Vorrei la sicurezza di un orizzonte
che si accende ai primi raggi del sole.
Vorrei guardare le gemme
che spuntano sui rami
e non piangere più
sulle foglie che cadono.
Settembre 1961
Calamoresca
Mare calmo
e acqua turchese.
Promontorio roccioso
immerso nel sole.
Cielo blu senza nuvole,
angolo di paradiso
dove ogni ora che passa
ti fa scoprire
un regno irreale
che sembra vissuto
con la fantasia.
Piombino, giugno 1965
Primo incontro.
Cuore in gola.
Mani sudate.
Battiti ai margini
dell'infarto.
Diciotto anni io,
tu ventitré.
Il tuo fascino
è irresistibile,
la tua simpatia
è disarmante.
Sei al centro dei miei pensieri.
Con la semplicità della musica
ascolto il suono della mia vita
e sulle mie spalle
porto l'inadeguatezza
nei confronti del mondo.
Tutto scorre impercettibile
come i miei gravosi pensieri
nascosti sotto la mia corazza
capaci di dilaniarmi.
Sono ricordi del passato
che mi tengono legata
al presente.
Rocce appese al cielo
galleggianti nell'acqua.
Paesi e sobborghi
come frasi gettate qua e là,
spezzati dal verde dei boschi
e dal turchese del mare,
imprigionati da stradine contorte.
Specchio di un piccolo mondo
spezzato da piccole alture,
bellezza rude e leggermente selvaggia.
Questo è il nostro mare.
Calabria 1960
Odore di Calabria
Valigie piene di ricordi
allontanate dalla mia terra.
Nostalgia lancinante
dei miei sogni notturni.
Malinconiche riflessioni
perdute in un passato lontano.
Sospesa nel tempo
rivedo la mia infanzia
in un angolo di giardino
dove sovrasta il Cedro del Libano
piantato alla mia nascita
e sradicato dopo molti anni.
Meraviglia e stupore
ti accompagnano a scoprire
le bellezze del creato.
Osserva il firmamento
con occhi ammirati e consapevoli
mentre il concetto di infinito
ti sfugge di mano,
perché ogni cosa va oltre il tempo.
E' inverno.
La sera fa buio presto,
le strade si svuotano.
Solo il richiamo del vento
si ostina a bussare ai vetri dei terrazzi.
Pioggia dura e sferzante
che raggiunge i tetti,
frusta le strade
allagando ogni cosa
in un finimondo di foglie,
che rapite da terra
volteggiano vorticosamente
come i pensieri lontani
che si perdono dietro ai ricordi.
Notte cupa di Novembre.
Silenzio pesante come grosso macigno.
Qualche stella luccica di tristezza
come occhi improvvisamente spenti.
Sfiniti dal peso della nostra esistenza
arranchiamo,
mentre il tempo che ci resta
è già passato,
in questo lungo inverno molto agitato.
Vorrei essere la tua stella polare
che illumina la strada.
Vorrei essere una lacrima
per i tuoi occhi stanchi,
sorriso per il tuo dolce viso,
gioia per la tua tristezza,
riposo per il tuo breve cammino,
ombra per le tue calde giornate,
speranza per le tue settimane buie,
luce per le tue ore grigie,
giusto equilibrio quando sei in bilico.
Vorrei essere la tua più bella storia
che non dovrà mai morire.
1 settembre 1951
(data del matrimonio) NDR
A Gianni
Sono qui per smuovere i tuoi pensieri.
Sono qui per sentire le tue emozioni.
Sono qui per ascoltare le tue curiosità.
Sono qui per scoprire tutti i tuoi progetti.
Sono qui per farti sentire appagato.
Sono qui per curare la tua insonnia.
Sono qui per appropriarmi della tua allegria.
Sono qui per leggere le tue pagine più belle.
Sono qui per prendermi cura dei tuoi giorni.
Sono qui per guardare il mondo assieme a te.
Sono qui per aiutarti a sperare nel domani.
Sono qui per condividere i sogni irrealizzabili.
Sono qui per guardarti negli occhi senza arrossire.
Sono qui per scavare dentro il tuo equilibrio.
Sono qui
per ringraziarti del bene che mi hai dato.
Aprile 1954
Travolti dagli eventi
odo solo cadenze
di passi lontani
e in un girotondo
le nostre mani si cercano,
mentre stanchi inseguiamo
pensieri increspati di luce
che si spostano oltre confini
del misterioso fluire.
Suoni che calano dal cielo,
lambiscono la mente,
vanno a perforare la notte
e spariscono lontano.
Rintocchi di campane
si sciolgono nell'aria
e uno dopo l'altro
piombano addosso
come lame acuminate.
Parcheggio i ricordi
di un felice passato
e la mente vaga
in tutte le direzioni.
Ricordi lontani
perduti per sempre.
Cuore scavato,
pensieri smarriti
in atmosfere indurite
dal gelo invernale.
Attese trepidanti
senza la tua presenza.
Il freddo si fa sentire.
Domani sarà Natale
solamente per il mondo intero.
Natale 1978
Felicità è stringere le tue mani.
E' sentire le tue carezze sul mio viso.
Felicità è sentire la tua calda voce,
è asciugare una cocente lacrima.
Felicità è sperare nella vita in due,
è sentirti sempre vicino.
Felicità è camminare insieme
per i sentieri impervi della vita.
Felicità è guardare con te l'orizzonte
dove ogni giorno spunta il sole.
Felicità è arrivare insieme al tramonto.
Felicità è sbaragliare il cancro
per non veder morire le persone care.
Ottobre 1978
L'orario della partenza
è scoccato
per chiudere una vita.
Sconcerto di ombre non taciute,
odore di giorni che svaniscono
nella penombra sterile.
Musica ed emozioni
da invocare e difendere
con le nostre memorie
asciugate nel tempo
che annunciano
di affrettare la corsa.
Ottobre 1978
Sei un'ombra
accanto ai miei passi.
Una luce sempre presente
dentro di me.
T'intravedo
nello specchio
dei miei pensieri.
La tua presenza
è ovunque.
Ora la strada è difficile
e piena di sassi,
ma il mondo non si ferma.
Quando la morte
bussa in casa tua
porta via
i migliori pezzi
della tua esistenza.
Marzo 1981
In quel tuo volto stanco
c'era qualcosa
che annunciava la fine.
Eri una roccia spenta
che si sgretolava con niente.
E il tuo viaggio
si fermerà prima dell'approdo.
Aspettavamo il miracolo,
ma lassù
si erano dimenticati
di noi.
Febbraio 1979
Notte illuminata
dal bagliore di un lampo.
Cielo buio
dove non c'è posto per la luna.
In bilico tra ricordi e sogni
si respira il silenzio
senza cercare parole.
Natura, arte e preghiera
hanno la stessa armoniosa compostezza
di luce e di colori,
di silenzio e di suoni.
La più sublime armonia
riveste tutte le cose
e parla amabilmente di Dio.
La vita mi passa davanti
come il film
di una fuga senza ritorno.
Elenco progressivo
di giorni tormentati
puntellati dalla tenace speranza
di tempi migliori.
Briciole di vita
conficcate nella mia mente
come chiodi.
Spalanco la finestra
della mia vita
su ricordi troppo intensi,
ma un colpo di vento
porta via ogni cosa.
La partita si è chiusa per sempre.
Insieme a te
Insieme a te alla scoperta del mondo
con tanta voglia di andare.
Insieme a te accendere la luna,
far rifiorire le rose,
profumare la terra
e illuminare le stelle.
Guardare insieme il mare
sulla spiaggia di Taormina
e rivedere nei tuoi occhi
quella grande luce
che ti illuminava il viso.
Sei il mio grande punto di forza.
Insieme a te andare,
perdersi, girovagare
senza meta e senza speranza,
ma pregustando
la dolcezza del ritorno.
Aprile 1952
"A due anni dalla sua morte"
Molte cose non dette.
Tante domande senza risposta.
A poco a poco il grigio del mare
e del cielo contribuiscono
a scolorire i ricordi
della mia vita passata
per intenerire le arterie
indurite dalla sofferenza
e per sciogliere i lacci della paura.
I giorni trascorrono
in balia del quotidiano
e respiro l'impossibile.
Mi arrivano addosso
mozziconi di tempo
dolorosi e mai capiti.
Il passato resiste al futuro
e continua a possedere il presente.
Amore e tramonti confusi
in una grande poltiglia
di istanti scaduti nel tempo.
Grappoli azzurro-violacei
profumati e ricadenti
fino a toccare terra.
E' il glicine.
Arbusto rampicante
con rami giovani
che si attorcigliano
attorno allo stesso fusto.
E' una pianta che sembra declinare
e morire.
Esprime ansia di futuro,
ma basta che tocchi acqua o terra
per ridiventare giovane
e rigogliosa.
Ricordi di cose andate,
brandelli di vita
in una dimensione
senza tempo.
Fermo i pensieri
nel silenzio che mi appartiene.
Contemplo la città addormentata.
Gli occhi e il cuore
si perdono nella notte silenziosa,
e sperano che domani
sia un giorno migliore.
Sento la tua voce lontana
oltre le barriere del suono,
oltre tutti i limiti
dove l'anima viene parcheggiata.
Sento il cuore impazzire.
Sento che ci sei, che esisti.
Sento la tua presenza
che trasmette le più grandi emozioni.
Sento le tue carezze
e intorno vedo solo i tuoi occhi.
La tua voce passa attraverso il mare
e arriva forte e calda
come uno dei tanti miracoli,
portando via per sempre
questo grande senso di inutilità.
Maggio 1952
Spingo la porta dei ricordi
strappando ragnatele e solide radici
per vedere passare
persone care che sento ancora vive
fra i fantasmi delle persone scomparse,
perché i morti hanno il potere
di tornare al mondo e segnare la coscienza.
A stento si va avanti
con passi incerti e molto stanchi.
Il filo del tempo si spezza
e finisce nel nulla.
Sfilano i cocci di un mondo
strappati via da una forza invisibile
perennemente in fuga.
Gennaio 1992
Panorama di selvaggia bellezza.
Le onde si schiantano sulla costa
spinte dal vento fortissimo.
Sulla piccola spiaggia sale la nebbia
spazzata dal vento di maestrale
che secca lacrime e pianti.
Il mare qui attorno custodisce
tanto ghiaccio nel cuore.
La notte è lunga
e da qui non si vede la fine.
Sento intensamente il silenzio
e la mia anima mi parla
lontana dai clamori della strada.
Il silenzio è la pace
in un mondo malato di rumori.
Cammino sui marciapiedi
della terra
e non distolgo il pensiero
dal tuo volto sereno.
Neppure un istante da te
si stacca il mio profilo.
E' il tuo sguardo che mi accompagna,
quello che meglio conosco
da ogni angolazione possibile
e ininterrottamente mi parla di ciò
che il mondo non mi svela.
Davanti al tuo sguardo
dove risiede il mondo intero
i miei occhi tremano
come fiori indifesi
e guardando il tuo viso
imparo a sperare contro ogni speranza.
Maggio 1952
Chiudo gli occhi.
Ascolto il rumore del mare
che si infrange sugli scogli.
Mare vivo, profondo,
misterioso, spumeggiante.
Freschi spruzzi di acqua salata
ti fanno sentire complice
della sua distesa blu.
Gocce ristoratrici,
trasparenti e lievi,
sublimi e struggenti
regalano tante emozioni
e belle sensazioni.
Turbinio di fantasie,
di pensieri, di sogni
e di struggenti ricordi.
Milazzo, estate 1960
Come un cervo
con la gola riarsa
che alza il suo lamento
nel deserto
anelando alle fresche acque
di un ruscello,
così il mio grido
sale verso di te
nel desiderio
di cercarti
e raggiungerti.
Gennaio 1979
Non vorrei perdere
la luce del tuo viso.
Non vorrei dimenticare
le tue affettuose parole.
Non vorrei lasciare
la stretta delle tue mani.
Non vorrei distogliere
lo sguardo dai tuoi occhi
per guardare altrove.
Non vorrei allontanare
il ricordo del tuo forte abbraccio,
ma vorrei rivedere come in un film
le giornate meravigliose
passate accanto a te.
Ottobre 1965
Per Elena
Sei un ramo profumato di fiori,
il canto completo più sereno,
equilibrio astrale,
candore soffuso di un mirabile linguaggio.
Sei il culmine di rosei pensieri,
il compendio di giorni tranquilli,
musica di toni adolescenti,
scintilla vitale oltre ogni limite.
Sei una pennellata di freschezza
in un campo seminato
di perplessità e grandi incertezze.
Il tuo bellissimo sorriso
ha la potenza di placare
ogni ansia.
Sei l'unica ragazzina
in una famiglia
dove abbondano i maschietti
e per questo rappresenti la perla
del nostro domani.
Principessa ti abbiamo chiamata
e tale rimani per sempre.
Guardare il tramonto sul mare.
Si prova qualcosa
che non si riesce a spiegare
e non ci si chiede neppure cosa sia.
Nel porto contorni di imbarcazioni
ormeggiate.
Grandi e piccole, vecchie e nuove.
Barche a vela in legno,
pescherecci illuminati all'interno.
L'unico rumore è lo sciabordio del mare.
Milazzo, estate 1959
Vorrei regalarti una valigia
piena di sogni,
un cielo pieno di stelle luminose,
un sole caldo nelle tristi giornate.
Vorrei regalarti una luna piena
nel grigiore delle notti d'autunno.
Un mare azzurro nella monotonia
del rigido inverno,
un grande fanale acceso
nella fitta nebbia di marzo.
Vorrei regalarti emozioni
sempre più nuove
per farti vivere
in modo straordinario
le più piccole cose ordinarie.
Per il tuo compleanno: 1° febbraio 1952
Fluttuante distesa del mare,
bellezza immobile
che di colpo s'infrange.
Sensazioni che trascinano
l'animo e la mente
in voragini profonde.
Male di esistere,
sofferenza dei propri limiti,
impotenza
di fronte al mistero
della vita.
Milazzo, estate 1958
Quando le tue ferite
saranno sempre aperte,
quando sotto di te
si aprirà il baratro,
quando i tuoi giorni
saranno più fragili,
quando i sogni
ti sembreranno irrealizzabili,
quando il presente
ti ha già deluso,
quando tutto sarà
un ostacolo per i tuoi progetti,
non ti scoraggiare,
abbi fiducia e cerca di ricominciare.
Non spezzare il filo del tempo
senza opporre resistenza.
Il tempo è un rosario da sgranare
con grandissima cura
per poter ricominciare.
A ciascuno dei miei figli
Vorrei stringere
le tue mani scarne
ma stringo le mie
e fra le dita
rimane soltanto
la polvere dei giorni passati,
e il rammarico
di un sogno interrotto.
Lampo fugace
di eternità
svanito nel nulla.
Rincorro la tua ombra
che mi segue ovunque.
Sento che mi stai vicino.
Ti dedico i miei pensieri
e i miei giorni grigi e tristi.
Ti rivedo spesso nei miei sogni
e non faccio altro
che inseguirti.
Abbraccio la tua ombra
e mi rassegno scrivendo.
Orizzonte imperlato di grigio.
Cielo sfumato di pallori violacei.
Declino dell'estate. Aria immobile.
Silenzio greve. Veglia trasognata.
Sospeso ascolto di un miagolio inatteso.
Mosaici di ricordi
tornano alla mente
con l'animo a brandelli.
In questa accennata penombra
c'è tanta luce nei miei pensieri.
Si prepara una notte insonne
per sfogliare i giorni passati
fra gioie remote e dolori presenti.
I pensieri rompono gli argini
cercando briciole di serenità
e trasparente allegria.
Al sole chiedono un po' di calore
e un pizzico di fantasia alla monotonia.
Hai colorato il mio mondo
di un colore che non esiste
nella tavolozza della vita.
Sento la tua presenza
nella chiarezza dell'aria,
nella trasparenza del cielo,
nell'ingioiellarsi delle pietre,
nel colorarsi dei fiori,
nel modularsi dei canti.
Senza di te
l'aria sarebbe spenta,
la vegetazione morta,
silenziosi gli uccelli.
1 febbraio 1958
Il cielo si abbellisce di nubi.
Tra rocce e sentieri
crescono alberi nodosi
con radici profonde.
Gli arbusti delle foglie secche
ci ricordano il passato
mentre le piante verdi
ci parlano del futuro.
E' la vita che si sbriciola
in un solo attimo.
Ci metti una vita a costruire l'avvenire
e tutto finisce in un solo istante
senza alcun preavviso.
Rumori pacati nella notte
stranamente lontani.
Il paese di Falerna dorme ancora.
Dal campanile sento
vicino i rintocchi
perforare la notte
e sparire lontano.
Sei uscito di servizio.
Sono le due - sento la moto.
L'incubo è finito.
Il portone della caserma si apre
e i tuoi passi si avvicinano.
La tua presenza mi coinvolge
in un gioioso inno del creato.
10 aprile 1952
Quello che vorrei
Vorrei tante speranze
per un giorno nuovo.
Vorrei parole di coraggio
tra le foschie dell'aurora.
Vorrei annunciare tempi migliori
contro le cattiverie del mondo.
Vorrei il divieto per i lamenti
e tante gioie contro lo sconforto.
Vorrei grande entusiasmo
contro lo scetticismo del passato.
Vorrei la sicurezza di un orizzonte
che si accende ai primi raggi del sole.
Vorrei guardare le gemme
che spuntano sui rami
e non piangere più
sulle foglie che cadono.
Settembre 1961
Hai bussato al mio cuore.
Ti ho aperto subito.
Era una fredda mattinata
del mese di gennaio.
Le strade erano gelate dalla neve.
In mezzo a quel candore
come un principe azzurro
passavi con la tua bella divisa.
Ero pronta a tirarti una palla di neve.
Tu mi hai sorriso
facendomi capire
che non potevi ricambiare.
Avevo il cuore fuori posto.
Battiti irregolari con sistole impazzite.
Era il 14 gennaio del 1946
La mia storia:
un argine in frantumi.
Il ricordo si fissa
in un angolo del cervello
per rimanere congelato.
A metà della gola
respiri incastrati
come tappi di bottiglie.
Tutto è distante.
Congelato
in un luogo
dove è negato l'accesso.
L'aria è ferma
e gelida
come una giornata
in montagna.
Maggio 1982
Somme e sottrazioni di anni.
Lavagna sporca di segni
non cancellati.
Linea che ci separa
di molti ieri e pochi domani.
Sogno l'uscita, il varco,
il ritorno,
dove il silenzio è complice
e il tempo passa senza date
e senza programmi.
La tua assenza
è presenza costante
che mi accompagna
giorno e notte.
Fuori il mare
tocca l'orizzonte
e la vita si annuncia
come un deserto.
Ti sento sempre accanto
anche quando ti allontani.
Novembre 1955
Ti sento.
Voglio andare con te
anche nel vento.
Sei qui, accanto a me.
Mi guardi fisso negli occhi
ma non sai cosa dire.
Col tuo unico sorriso
sei capace di illuminare
anche la notte più buia.
In te vivere è gioia,
allontanarsi è nostalgia,
tornare è sempre una festa.
Ottobre 1955
Cominciare il viaggio
e andare in mare aperto
per non fermarsi mai.
Prendere il largo,
venirti incontro
prima del tramonto
senza essere braccati
dalla paura del buio,
per dormire insieme
con la stessa forza
di sognare.
Riportare nelle reti vuote
il tuo carico prezioso
per una vita a due.
che mi protegge dal freddo.
Sei il mio passaggio segreto,
la vacanza da tanto sognata.
Sei il premio ambito
di un viaggio agognato
da tutta la vita.
Sei il giardino fiorito,
un frutto saporito.
Sei il racconto fantastico,
il romanzo mai scritto.
Sei un tremulo orizzonte
dove terra e cielo
si fanno indistinte
in un presagio di fata morgana.
Sei l'altra metà della mela.
Sei una montagna russa piena di emozioni.
Falerna, 1febbraio 1953.
Per il tuo compleanno
Ciao Mimmo.
Sono passati due giorni da quando te ne sei andato, e oggi, 3 aprile 2023, non sono ancora consapevole del fatto che non ci sei più. Ieri e l’altro ieri mi sono lasciato attrarre, quasi accarezzare, da un pensiero magico: ora Mimmo ricomincia a respirare e si alza dalla bara, urlando “Pesce d’aprile”! Invece ti ho visto sempre lì fermo, immobile, e questo pensiero si è svaporato come una nuvoletta primaverile, sciolto come neve al sole. In compenso ho visto, sempre in questi giorni, centinaia di persone, molte delle quali a me ignote, sbigottite e commosse e disperate che ti volevano bene, molte delle quali si sono rivolte a me, per loro sconosciuto, confessandomi gli svariati motivi per i quali Mimmo era il loro Medico con la M maiuscola. Mi ha azzeccato per primo la diagnosi, mi ha trovato posto in ospedale dopo numerose telefonate, rispondeva sempre al telefono, veniva a casa a visitarmi…e via, e via, e via. Queste persone mi hanno letteralmente stordito e commosso, e mi hanno dato la conferma di quanto tu fossi bravo.
Quando ero bambino, eri il mio supereroe: ho tifato per la tua squadra, ho fatto le stesse scuole elementari, medie(mi sarebbero toccate le Manzoni, ma sono voluto andare alle Battisti), lo stesso liceo, la facoltà di medicina, ma pian piano ho trovato ciò che mi differenziava da te, grazie a Dio. Tuttavia sei sempre rimasto per me un termine di paragone.
Talvolta ci siamo allontanati e sempre ci siamo riavvicinati.
Ma negli ultimi undici anni, dopo il complicato intervento a cui ti sei sottoposto , siamo sempre stati uniti: con te, con Lisa, con Gabriella, con Patrizia e con Riego, che per me era come un fratello. La nostra mamma, che non sa ancora della tua morte, ci ha sempre spinto a restare uniti, e devo dire che ce l’ha fatta. Abbiamo trascorso delle vacanze insieme, abbiamo condiviso tante cene e tante risate, in buona parte per merito tuo.
E in questi due giorni ho scoperto anche un’altra cosa: ho capito che, stando alle statistiche, una cosa del genere ti sarebbe potuta accadere. E qui sta il miracolo. Non c’è stato un solo giorno, dal 2012 a oggi, in cui hai fatto pesare a me, e credo anche a tutti quelli a cui vuoi bene, la pesantezza di un rischio imminente. Anzi, hai vissuto appieno la tua vita fino a un’ora precedente la tua morte, morendo tra le braccia di Giovanni, tuo figlio, che ha fatto il possibile e l’impossibile per salvarti.
Io ho una colpa nei tuoi confronti: durante la malattia del 2012 e anche dopo, per qualche anno, in qualche modo, a modo mio, ho pregato per te. E dopo, ti visto così solare, leggero, e vitale, che me ne sono dimenticato. Per me eri nuovamente il mio fratellone, saldo come una roccia e inattaccabile dalle intemperie e dai marosi che si vedono da casa tua, e non ho più pregato per te, caro Mimmo, e mi scuso per questo.
Grazie per i bei momenti che mi hai fatto trascorrere in questi ultimi undici anni, e che la terra ti sia lieve.