5 marzo 2012, biblioteca delle Oblate. Una serata piacevole, come sempre. Brani che parlano di vita: nascita, feste, e soprattutto di amori che finiscono, amori che sbocciano, amori inespressi. La primavera sta arrivando.
“Sottosopra”, di Milena Agus, letto da Donatella. Che ha portato questo brano per due frasi contenute nel testo: “...Io sono allegro e sereno perché il mondo lo abito come posso” “...Quello era il lato tragico della vita. Adesso sei già sull'altro lato.” Nel brano in questione si parla di un equivoco, un sogno d'amore svaporato all'improvviso.
“Leonardo e il mistero del salone dei cinquecento” di Gianni Stecchi, letto da Stefano. Una scrittura abbastanza piatta e monotona. Il contenuto del testo è stereotipato, nessun guizzo, nessuna sorpresa.
“Il grande Gatsby” di Scott Fitzgerald, letto da Marco. Una festa. A Marco incuriosisce il peculiare modo di scrivere americano: così come in un certo tipo di festa, anche la scrittura salta di palo in frasca, ma con grande efficacia e in modo particolarmente brillante. Forse questo brano, scritto da un europeo, risulterebbe ridicolo.
Le pont Mirabeau, di Guillaime Apollinaire, letto da Jean. Il ponte che si crea tra le braccia di due amanti e la vita che scorre sotto,, l'amore che finisce. Il poeta contrappone a tutto ciò la sua vitalità, che ripete alla fine di ogni strofa: “...i giorni vanno, io non ancora.”
Natalia Ginzburg, Le voci della sera, letto da Cristina. Un piccolo paese, le sue nevrosi, le convenzioni a cui si deve sottostare, pena l'esclusione dalla vita sociale, dalla possibilità di trovare un buon fidanzato.
Isabelle Allende, La casa degli spiriti, letto da Toni. Nel brano in questione si affronta una nascita e il parto con due tipi di registri: quello magico, caricato di astrologia e tradizioni di famiglia, e la effettiva descrizione di un parto in casa difficile, con tutti i movimenti dei vari personaggi.
Il prossimo incontro si terrà martedì 2 aprile, alle 21,30, sempre alle Oblate. A primavera iniziata.
A rileggervi
“Sottosopra”, di Milena Agus, letto da Donatella. Che ha portato questo brano per due frasi contenute nel testo: “...Io sono allegro e sereno perché il mondo lo abito come posso” “...Quello era il lato tragico della vita. Adesso sei già sull'altro lato.” Nel brano in questione si parla di un equivoco, un sogno d'amore svaporato all'improvviso.
“Leonardo e il mistero del salone dei cinquecento” di Gianni Stecchi, letto da Stefano. Una scrittura abbastanza piatta e monotona. Il contenuto del testo è stereotipato, nessun guizzo, nessuna sorpresa.
“Il grande Gatsby” di Scott Fitzgerald, letto da Marco. Una festa. A Marco incuriosisce il peculiare modo di scrivere americano: così come in un certo tipo di festa, anche la scrittura salta di palo in frasca, ma con grande efficacia e in modo particolarmente brillante. Forse questo brano, scritto da un europeo, risulterebbe ridicolo.
Le pont Mirabeau, di Guillaime Apollinaire, letto da Jean. Il ponte che si crea tra le braccia di due amanti e la vita che scorre sotto,, l'amore che finisce. Il poeta contrappone a tutto ciò la sua vitalità, che ripete alla fine di ogni strofa: “...i giorni vanno, io non ancora.”
Natalia Ginzburg, Le voci della sera, letto da Cristina. Un piccolo paese, le sue nevrosi, le convenzioni a cui si deve sottostare, pena l'esclusione dalla vita sociale, dalla possibilità di trovare un buon fidanzato.
Isabelle Allende, La casa degli spiriti, letto da Toni. Nel brano in questione si affronta una nascita e il parto con due tipi di registri: quello magico, caricato di astrologia e tradizioni di famiglia, e la effettiva descrizione di un parto in casa difficile, con tutti i movimenti dei vari personaggi.
Il prossimo incontro si terrà martedì 2 aprile, alle 21,30, sempre alle Oblate. A primavera iniziata.
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