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domenica 5 ottobre 2008

Viaggio in Sicilia 3: Un cavallo nero




Se il viaggio è bello, non puoi programmare, prevedere tutto ciò che ti accadrà.


Se avrai tutto sotto controllo, se tutto sarà come avevi previsto, potrai godere del bello che avevi previsto, ma sarà come se lo avessi già vissuto. Potrà apparire una bella routine, ma niente di più.
Bene, posso affermare con certezza che in questo giorno di viaggio non ho corso questo rischio, no. Ma forse qui si esagera.
Passi un cane di piccola taglia a Selinunte che ti vuole azzannare appena partito e tu che pedali come Ridolini a velocità folle, e anche quattro cani bianchi che scendono nella strada di campagna solitaria e ti circondano e ti guardano e per fortuna se ne vanno, passi una pioggia improvvisa e abbondante per fortuna di breve durata, e anche una strada provinciale che esiste sulla cartina Michelin e che dopo cinque chilometri non esiste più, avvisandoti placidamente con un cartello "strada interrotta" (e per questo ho percorso 20 chilometri più del previsto, arrivando al buio a Corleone), ma un cavallo nero senza padrone che ti sbarra la strada stretta al di là di un ponticello, no.
E' troppo.
E' uno di quei sogni inquietanti che racconti che racconti a un amico chiedendone il significato.
Io mi fermo, lui pure. Io ho paura di lui, ha degli zoccoli piuttosto robusti. Non so che fare. Mi metto sul bordo del ponte, non posso saltare. Mi accovaccio. Il cavallo si avvicina, guarda in terra. Probabilmente ha paura - come me - nel vedere un tizio col casco e tenuta da bici rossa e un cavallo di alluminio. Passa qualche minuto, poi si avvicina passando sul lato opposto al mio, io mi tengo la bici come scudo. Faccio una foto.
Passa, se ne va e si ferma alla fine del ponticello ad annusare qualche erbetta. Sospiro di sollievo.
Una voce dalla campagna, lato sinistro del ponte:
"Senta scusi"
Vedo un uomo con la zappa in mano distante un centinaio di metri.
"Sì?"
"Mi potrebbe fermare quel cavallo?"
"No. Ho paura. Mi dispiace. Ma se fa presto lo raggiunge. Ora è fermo."
"Va bene. Non fa niente."
Saluti. Rimonto in bici.
A parte questi imprevisti non proprio piacevoli, ho visto dei panorami bellissimi, in solitudine. Ho viaggiato da Selinunte( purtroppo non ho potuto trattenermi più di tre quarti d'ora nel parco archeologico, soffermandomi solo nel tempio E, imponente e suggestivo e bello) a Corleone tra i 100 e i 700 metri di altitudine, con campagne a volte aspre e brulle, alternate a oliveti e vigneti e campi arati di fresco, passato borghi con quattro, dico quattro case, dove vedi vecchi seduti appoggiati con due mani sul bastone che ti osservano e sorridono e salutano(sulla gentilezza: ho chiesto in un bar sperduto - a Montevago, un nome, una garanzia - l'indicazione per una strada provinciale, lui dice al papà di guardare il bar, prende la macchina e fa un paio di chilometri precedendomi, fino a raggiungere un bivio), monti e tramonti mozzafiato.
Ora sono a Corleone, nel cuore della Sicilia. Sono stato in Sicilia tante volte, mai mi sono fermato nell'interno. Una bellezza più nascosta rispetto alla costa, dove tutto è visibile ed immediato. Devi essere disponibile, accogliente per vedere questa bellezza. Non che io lo sia, ma ci sto provando.
Ciao, a domani.

1 commento:

Cletus ha detto...

Toni, mi dovresti conoscere.
Se ti dico che è molto bello questo fatto di scrivere appunti di viaggio mentre SEI IN VIAGGIO, devi credermi. E' come viaggiare con te, su un tandem. E bellissima l'idea di fermare i tuoi appunti qui, su questa specie di moleskine telematico.

Attendo altre nuove.
Cletus