Quando sono sceso all'aeroporto di Trapani, ho avvertito l'aria calda, nonostante le otto e mezzo del mattino e nonostante il tre ottobre.
Qui è diverso. C'è il terreno secco. Ci sono i banani e i fichi d'india.
Mi trovo a mille chilometri a sud da casa mia, e mi sto dirigendo a sud. A sud di sud, se è lecito dirlo.
Sono sceso dall'aereo, ho atteso il mio megaborsone, e poi mi sono messo fuori dall'aeroporto a montare la bici.
Si sono fatte le undici, per colpa del fermo - un tondino cavo che deve scattare e bloccarsi sul portapacchi della bicicletta - di una borsa che si staccava di continuo. Poi, uscendo dall'aeroporto, non ho visto la sbarra del parcheggio delle auto - stavo guardando la cartina - e ci sono sbattuto contro. Mi sono procurato qualche escoriazione al braccio e gamba sinistra, niente di grave. Ma, insomma, come inizio non c'è male. C'è il sole, ci sono quasi trenta gradi. Case bianche, qui in campagna, senza tetto, solo la copertura a terrazza, magari anche i tondini di acciaio che sporgono, non si sa mai se un domani facciamo anche il piano per la figlia che si marita. Strada stretta, qualche camionista maleducato che ti strombazza. Il mare, la laguna prima di Mazara del Vallo, le Egadi al largo. Striscie di mare, terra, mare che ti ci confondi, che non sai se è isola o terraferma, se è mare o lago. Il naufragar m'è dolce.
Poi Mazara, con le viuzze, il lastricato, le case gialle di pietra calcarea, il mare e il cielo, ti confondono anche quelli. La foto che ho scattato oggi(tre ottobre) che sta in cima a questo post parla di case, di varie sfumature di giallo, e di un cielo blu, come quello di Rino Gaetano. Quelle case, e magari anche le persone che stanno a sedere sulla soglia a parlare di niente, per ore, è il mio sud. E'anche tanto altro: è mio padre nel cimitero a Milazzo - dove spero di arrivare in bici tra una settimana -, è il terrazzo di casa di mia nonna, da dove si sentono le cicale, è lo stretto di Messina e la madonnina all'imbocco dell'approdo siciliano, e la scritta - "Vos et ipsam civitatem benedicimus" - che sta sotto la statua. Un messaggio di benvenuto, anche quello è il mio sud.
Un piatto di orecchiette con frutti di mare a otto euro sul lungomare di Mazara, e poi via verso Selinunte. Vado in albergo, faccio una doccia velocissima per andare a visitare il parco archeologico, arrivo."E' qui l'ingresso?""Sì ma la biglietteria è già chiusa.""Non doveva chiudere alle sei(sono le 17,45)?""La sovrintendenza ha stabilito il nuovo orario dal primo ottobre. A lei chi gliel'ha detto?"
"Il sito della sovrintendenza"
"Ah. Allora non è stato aggiornato. Mi spiace."
"Secondo lei a me no? Ho fatto mille chilometri in aereo, e settanta in bici per venire qui."
"Venga domattina. Alle nove."
Caxxo. Domani vorrei raggiungere Corleone, dovrò partire dopo le dieci. Faccio visita all'oasi ecologica(pineta e macchia mediterranea, e dune) che si affaccia sul mare, poi cena (un piatto di linguine con uova di tonno da favola) e a letto. E poi a scrivere queste cose qua. Una bella giornata. Anche perchè so che a Lucca è piovuto tutto il giorno.
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