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sabato 11 ottobre 2008

Viaggio in Sicilia 9: Dove volano le aquile




Giovedì 9 ottobre. Oggi è l'ultimo giorno. Alle nove e un quarto sono fuori dell'albergo di Francavilla di Sicilia e comincio la salita, destinazione mare. Ma prima del mare devo arrivare al passo Mandrazzi a 1130 metri slm, e ora sono a 350 metri slm. Il passo è distante sedici chilometri. I monti Peloritani, come del resto anche i Nebrodi e le Madonie, non hanno valichi relativamente bassi. Il sistema per attraversarli è sempre lo stesso: sali, e quando sei in cima vedi che le vette non sono molto più alte del passo.
Il gigante, alle mie spalle, è completamente coperto di nubi, peccato. Lui, l'Etna, è tutta un'altra storia. E' scuro, imponente, ha una base larghissima; sembra fatto da un bambino che si sia divertito a buttare terra su terra, sempre dal centro, creando un cono perfetto. Qui, sui Peloritani, i versanti si intersecano di continuo, e la strada deve scegliere, attraverso improvvisi tornanti, il percorso più dolce. La vegetazione è rigogliosa, e lo strano è che vedi dei castagni inframezzati qua e là da fichi d'India, e anche pini marittimi. La strada continua a salire in modo costante, ma senza forti pendenze. C'è silenzio, non c'è nessuno. O quasi: ecco i cani che rompono le palle, due di media taglia, mi tocca scendere e farmi scudo con la bici. Ovviamente il padrone - che sta insieme alle mucche sulla ripa sopra la strada - mi urla che non fanno niente, di non aver paura, mentre questi qua mi mostrano i denti. Alla fine si mettono ad annusare delle erbette. Rimonto in bici, i tornanti fanno dei disegni contorti, ci sono anche due fiumare completamente in secca che si incrociano con la strada. Ora sono vicino al passo.
Sono a 1050 metri, alzo gli occhi e la vedo. Regale, maestosa, un'aquila che volteggia ancora più in alto del monte. Poi un'altra. Giocano, sfruttando le termiche della montagna risalgono, e poi come un'onda che si frange, ricascano giù, per un po' in sincronia, poi divergono, e si ritrovano. Lo spettacolo dura una decina di minuti. Faccio delle foto. Poi continuo a guardare, a seguirle. Che bello. Spariscono infine, nel versante nord del monte.Arrivo a Portella Mandrazzi, c'è un grande casolare abbandonato, forse un albergo o un rifugio. Comincia la discesa. Qui, nel versante nord, il paesaggio è più orientato verso la vegetazione alpina. Due mucche per strada, una mi vede arrivare veloce e si impaurisce, comincia a correre alla Speedy Gonzales, per fortuna non verso di me. Infine le supero con un po' di cautela.
Dopo otto chilometri dal passo, vedo il mare. Mi commuovo, penso a mio padre, piango. Mio padre in vita diceva che voleva essere sepolto nel cimitero di Milazzo, dove è nato, anche perché da lì si vede il mare. Arrivo a Novara di Sicilia, paesino con casette disposte a terrazza. E' incantevole, perfettamente inserito nel contesto ambientale. Sembra quasi un ornamento del monte, sembra che ci sia sempre stato. Ci sono vie strette da cui si diramano scalinate, e lastricati, e terrazze. Sullo sfondo, il mare di Capo d'Orlando. Continuo a scendere. Altri venti chilometri per il mare. In breve si fanno trenta gradi. Un'altra fiumara, ritorna la vite, gli olivi. Il mare, sulla mia sinistra. A Barcellona, il mare, ce l'ho proprio accanto.Gli ultimi 15 chilometri prima di Milazzo.Sono felice.E a tre, dico tre chilometri dalla fine, la foratura. Della ruota posteriore. Smonto i bagagli, trovo la camera d'aria nuova, eccetera eccetera che mi partono tre quarti d'ora, si sono fatte le cinque e mezzo e devo rinunciare al bagno in mare. Arrivo a casa dopo 526 chilometri, la casa di famiglia, un appartamento in un condominio che abbiamo a Milazzo, ed è una gioia infilare la chiave nella toppa. Domattina andrò al cimitero, stasera a cena dal mio cugino Gianni, che mi verrà a prendere.
In macchina, per piacere.




5 commenti:

Cletus ha detto...

dove osano le aquile, i ciclisti chiedono passaggi ai cugini automuniti. Bella storia, Toni.

Bandini ha detto...

Bellissimo Toni. Grazie per averci portato con te.

Silvia ha detto...

ti ho seguito dalla Francia, accompagnadoti nella mia terra e nella terra di tuo padre, fino ql mare. hai fatto una cosa bellissima, percorrendo cosi' lo spazio e il tempo insieme, standoci dentro col corpo come solo i piedi o una bici possono permettere.
Sono sempre contenta quando qualcuno la percorre la guarda e la senti cosi', la Sicilia.

Buoni giorni a Milazzo, è carina no? senza terremoti. ci sono ancora palazzi antichi che Messina si sogna.

a rileggerti
Silvia

Anonimo ha detto...

che bello! mi fa piacere leggerti, leggere delle aquile, di tuo padre...
e ritrovarmi in bella compagnia fra i commenti..
un abbraccio, silvana

Tonilamalfa ha detto...

Vi ho portato con me ed in certi momenti ho avvertito con piacere la vostra presenza. Siamo in una rete, siamo dei nodi, ogni nodo è importante.