Pagine

martedì 29 luglio 2025

Una bici nel cielo

 Nel 2009 feci un viaggio in bici, in Scozia. Al mio ritorno ne scrissi un resoconto a puntate in questo blog e, dopo la terza puntata mi arrivò una mail, ma che non so per quale motivo, non lessi allora. Me la scrisse Fabio, un amico fiorentino e compagno di università, che purtroppo è mancato qualche anno fa. Probabilmente la sua mail era un commento alle righe postate qui sotto, estratte da quella terza puntata. 

...Ora si scende con decisione, fino a Kyle of Localsh. E' un paese carino, forse un po' troppo cementificato, che rimane impresso più che altro come il punto di passaggio per l'isola di Skye, molto vicina, tanto che si raggiunge con un ponte a campata unica. Quando stai nel mezzo del ponte, il mare è a un centinaio di metri sotto, le vertigini sono in agguato. Nel momento in cui l'attraverso, un forte vento mugola sui piloni e gli scogli intorno sono costantemente schiumati di onde. Sono adesso sull'isola di Skye, una delle più rinomate isole al mondo....

Posto qui sotto la mail di Fabio. Un abbraccio, ovunque tu sia.

"Caro Toni, leggo sempre con piacere le cronache dei tuoi viaggi.
Questa volta volevo pregarti di diffonderti a raccontare che cosa era  
successo sul ponte, ma sinceramente non riuscivo a trovare un modo che  
non paresse insolente, o scocciante, o perlomeno strano.
Avevo deciso di lasciare perdere.
Poi mi è venuto in mente.
Te lo racconto io.

Sono le giornate lunghe, che non passano mai.
Ma è strano come non c'entra niente, uno pensa alle giornate lunghe, e  
pensa all'estate, pensa al sole, pensa quando alle dieci ancora puoi  
ancora leggere un libro, un giornale.
Le giornate lunghe sono d'inverno, quando senti battere il vento,  
quando senti fischiare il mare, quando non capisci se ti svegli, se è  
giorno o se è notte, tanto è tutto uguale.
Quella è la vera lunghezza, i giorni d'estate passano veloci, se stai  
bene. Porta una birra John! Non è ancora finita la mia vecchia, ma mi  
piace sapere di poterla finire, e subito attaccare quella nuova.
Lo sai, vero, che il mio vecchio ha lavorato tanto al faro. Erano bei  
tempi quelli, tempi strani, i tempi delle guerre, i tempi della Marina.
Passava di tutto nello stretto, ed io stavo con lui al faro, tempo  
bello, tempo brutto, estate, inverno.
Quando c'era la scuola stavo sulla terraferma e tornavo a casa il  
sabato e la domenica, e d'estate, sempre, al faro. Tanto ci pensava il  
vecchio a trovarmi da lavorare. E quando non c'era da lavorare l'isola  
era tutta mia, ammesso che fosse bel tempo. Se era brutto tempo dove  
volevi andare, stavi al faro. Il faro.
E di notte su non ci andavo, perché si dava noia alla lanterna, e poi  
di notte i bambini dovevano dormire.
Erano altri tempi, tempi diversi di ora, ci mancava tutto, ma forse  
erano meglio di adesso.
E quando il tempo non era un gran che, mi ritrovavo su di giorno,  
nella lanterna, sulla ringhiera, se il vento lo permetteva, a guardare  
il mare e le navi che passavano o che non passavano e dov'era il sole  
e come girava il vento, e tante volte ci stavo ore e mi addormentavo,  
guardavo verso l'orizzonte, sognando, imbambolato, con tutto il creato  
dentro agli occhi ed io dentro a tutto il creato.
E mi ricordo, una sera d'estate, che guardavo la Scozia e poi Skye e  
poi la Scozia, e poi Skye e non passava nessuno, e giocavo con le  
nuvole in cielo e pensavo alle vele nel mare.
E lassù nel cielo, sopra il faro, lassù nel cielo, ti giuro, io ho  
visto una bicicletta passare."

giovedì 12 giugno 2025

Aquila

"Io non ero più andato in bicicletta da che Anita mi aveva lasciato. Non vale la pena di vedere niente da soli. Se compare in cielo un'aquila, non si ha nessuno a cui dire: "Guarda!" E' solo quando si ha qualcuno a cui dirlo che l'aquila esiste."

Da "Uomini famosi che sono stati a Sunne", di Goran Tunström

lunedì 2 giugno 2025

Anni

 "Nessuno senza dubbio è contento del passare degli anni. Quando lo si festeggia, si sa che tutti quelli che partecipano sono sbreccati, incagliati, feriti, bruciati, spenti, spezzati, guariti, aggiustati, in riparazione, coperti di muschio o ripuliti, che procedono sbandando su gomme buche, l' unica cosa a posto è il loro aspetto esteriore ben curato e lustrato per l'occasione."

Da "Uomini famosi che sono stati a Sunne ", di Göran Tunström

martedì 27 maggio 2025

Velleitario

 Lo scorso sabato pomeriggio ho assistito, per puro caso oserei dire, alla presentazione di un libro di una scrittrice che avevo conosciuto una quindicina di anni fa, con cui avevo collaborato ad una avventura editoriale nominata Vibrisselibri, insieme ad altri scrittori e lettori invitati da Giulio Mozzi. Era il tempo dei blog, ormai obsoleti come quello in cui sto scrivendo adesso; l'avventura Vibrisselibri è poi naufragata, ma probabilmente ha avuto un senso parteciparvi. Nella stessa sera ho visto il film "Fuori", dedicato alla vita di Goliarda Sapienza, scrittrice di grande successo, ma solo dopo la sua morte. Tutto questo passato e presente mi hanno velleitariamente risvegliato le mie pulsioni alla scrittura, alle parole che scorrono una dopo l'altra, che vanno imbrigliate e ordinate in una stretta riga. Quelle parole che mia madre ha inciso su carta per una vita intera, quelle che ho tentato di stendere in qualche libro sconosciuto, quelle che mia figlia sta attualmente tentando di incanalare in struttura poetica originale, quelle che leggo o ascolto dal serbatoio delle grandi storie dei grandi e piccoli scrittori. Lo scorso sabato ho avvertito una tensione, un moto a luogo verso simili esperienze creative, un desiderio di rituffarmi in un gioioso e faticoso capitolo della mia vita. Ma tutto questo è troppo poco, velleitario appunto, insufficiente per ritrovare energie creative che covano in qualche angolo della mia esistenza. Prendo comunque atto di questo piccolo brivido, è stato bello. 

giovedì 3 aprile 2025

Nonostante

 C'è un'aria strana, un'inquietudine di fondo; oggi è legata perlopiù alle percentuali dei dazi sancite da Trump paese per paese, di ogni parte del mondo. Leggo che ha imposto i dazi anche in alcune isole antartiche, ricoperte per l'80% da ghiaccio e abitate solo dai pinguini, dove nessun essere umano si sognerebbe di andarci a vivere e men che meno a esportare merci. Diceva Antonio Martino, non propriamente un Che Guevara, che: "L'inizio delle guerre commerciali è un preludio alle guerre guerreggiate". Che poi di guerre ne abbiamo anche qui vicino, in  Ucraina, dove esiste un invasore e un invaso, dove sono morti 100.000 soldati e circa 80.000 morti e dispersi civili ucraini. L'Europa balbetta, tergiversa, litiga tra sé e sé, prende tempo, e ogni giorno assistiamo a questo genocidio. "Quando ascolto Wagner mi viene voglia di invadere la Polonia", diceva Woody Allen. Chissà che ascoltava Putin tre anni fa. Chissà che ascolta Trump quando parla della Groenlandia. Io sto ascoltando "6 underground" degli Sneaker Pimps mentre un dardo di sole mi attraversa, mi scalda; e non ho voglia di invadere nemmeno la mia dirimpettaia. Nonostante tutto, sono grato alla vita

martedì 25 marzo 2025

Fantasmi

I miei fantasmi appaiono nei vari momenti della giornata. Sono creazioni della mia mente, sono io che li tengo in vita, probabilmente. Ma chi se ne importa. Li amo. Vedo mio padre che mi porta giù in cortile per farmi vedere il motorino che mi ha comprato, e non dice niente, ma si nutre del mio sguardo di meraviglia. Vedo la mia mamma che mi fa le polpette di melanzane, e mi dice "Non ti ritirare tardi". Mimmo che mi riporta a casa in braccio con mio pianto annesso, dopo che un macigno, scivolatomi di mano, mi ha spappolato l'unghia dell'alluce. Riego che mi sorride mentre facciamo la nuotata da Salivoli a Piazza Bovio, nonostante il puzzo di fogna che abbiamo trovato vicino alla lega navale. C'è bellezza nelle relazioni; ci sono momenti in cui non vuoi stare con nessuno: quando i conflitti, i silenzi, le incomprensioni sono il condimento del giorno. E poi dopo una curva, vedi uno scoppio d'iris. Mi mancate un po'.

martedì 11 febbraio 2025

Esplosione

L'altro giorno stavo tornando da Piombino in auto. Erano le otto passate, stava piovendo, e mi sentivo inzuppato dalla stanchezza di una lunga giornata di lavoro e altri impegni. 

In quel momento, dalla radio è uscito un coro gospel come intro, e a seguito la voce di Stevie Wonder che cantava "Love's in need of love today".

 Al di là del significato così attuale del testo di questa canzone ( ...l'odio sta girando... l'amore ha bisogno di amore oggi...non tardare... l'odio sta circolando...prima che sia andato troppo oltre....manda il tuo amore...l'amore ha bisogno di amore oggi...), mi sono esplosi dei ricordi in testa. 

Era il 1976, avevo quindici anni, e un giorno mio fratello Mimmo portò a casa una cassetta a nastro , di quelle taroccate con la copertina in fotocopia e una registrazione approssimativa, contenente questa canzone e molte altre, pagata 500 lire alla stazione di Firenze. 

Era proprio "Songs in the key of life". 

Mimmo aveva già cominciato l'università, ma nel fine settimana tornava a casa, come in quell'occasione.

Io e lui dormivamo in una minuscola camera con letto a castello. E a notte fonda, quando tornò dal sabato italiano, mise questa cassetta, una meraviglia di suoni. 

Era la prima volta che ascoltavo Stevie Wonder, questo cantante non vedente, che si permetteva di cantare, in occasione della nascita di sua figlia Aisha "Isn't she lovely?"; la vedeva meglio lui di chiunque altro. 

E io adesso sento mio fratello accanto, mentre ascolto "Pastime paradise", e spero che stia bene. L'esplosione di ricordi è deflagrata, e in mezzo a qualche scheggia appuntita e dolorosa, mi sono sentito investito e attraversato da un benefico calore.

martedì 7 gennaio 2025

Nostalgia

 

Un giorno freddo e piovoso, la ripresa del lavoro dopo le feste, il telefono che squillerà per le urgenze. Situazione ideale per far riaffiorare immagini e speranze, alcune concretizzate, altre disattese. 

In questi ultimi anni se ne sono andate via per sempre delle persone importanti, che hanno lasciato degli spazi vuoti, delle impronte, come quando togli dalla parete un quadro che è rimasto lì per tanti anni; e ogni volta che volgi lo sguardo verso la parete, avverti una piccola, impercettibile fitta allo stomaco. 

E talvolta avverti la nostalgia per periodi simili a questo per sensazioni già vissute e sperimentate. Il dolore si discioglie nella nostalgia, evapora, vola, e si riduce di quantità e intensità. La nostalgia di sorrisi, di suoni, di profumi, di cinquanta, quaranta anni fa, ma anche di cinque. 

Una corsa, un bacio, una canzone suonata insieme alla band, un film di Woody Allen al circolo delle acciaierie, una uscita anticipata a scuola, un bagno ad aprile con compagni del liceo, e rischi di affogare, inzuppato dalla nostalgia dei ricordi.

Menomale che ci sei tu, amore mio