Vorrei stringere
le tue mani scarne
ma stringo le mie
e fra le dita
rimane soltanto
la polvere dei giorni passati,
e il rammarico
di un sogno interrotto.
Lampo fugace
di eternità
svanito nel nulla.
...Soprattutto, non affrettare il viaggio; fa' che duri a lungo, per anni, e che da vecchio metta piede sull'isola, tu, ricco dei tesori accumulati per strada senza aspettarti ricchezze da Itaca. (C. Kavafis)
Vorrei stringere
le tue mani scarne
ma stringo le mie
e fra le dita
rimane soltanto
la polvere dei giorni passati,
e il rammarico
di un sogno interrotto.
Lampo fugace
di eternità
svanito nel nulla.
Rincorro la tua ombra
che mi segue ovunque.
Sento che mi stai vicino.
Ti dedico i miei pensieri
e i miei giorni grigi e tristi.
Ti rivedo spesso nei miei sogni
e non faccio altro
che inseguirti.
Abbraccio la tua ombra
e mi rassegno scrivendo.
Orizzonte imperlato di grigio.
Cielo sfumato di pallori violacei.
Declino dell'estate. Aria immobile.
Silenzio greve. Veglia trasognata.
Sospeso ascolto di un miagolio inatteso.
Mosaici di ricordi
tornano alla mente
con l'animo a brandelli.
In questa accennata penombra
c'è tanta luce nei miei pensieri.
Si prepara una notte insonne
per sfogliare i giorni passati
fra gioie remote e dolori presenti.
I pensieri rompono gli argini
cercando briciole di serenità
e trasparente allegria.
Al sole chiedono un po' di calore
e un pizzico di fantasia alla monotonia.
Hai colorato il mio mondo
di un colore che non esiste
nella tavolozza della vita.
Sento la tua presenza
nella chiarezza dell'aria,
nella trasparenza del cielo,
nell'ingioiellarsi delle pietre,
nel colorarsi dei fiori,
nel modularsi dei canti.
Senza di te
l'aria sarebbe spenta,
la vegetazione morta,
silenziosi gli uccelli.
1 febbraio 1958
Il cielo si abbellisce di nubi.
Tra rocce e sentieri
crescono alberi nodosi
con radici profonde.
Gli arbusti delle foglie secche
ci ricordano il passato
mentre le piante verdi
ci parlano del futuro.
E' la vita che si sbriciola
in un solo attimo.
Ci metti una vita a costruire l'avvenire
e tutto finisce in un solo istante
senza alcun preavviso.
Rumori pacati nella notte
stranamente lontani.
Il paese di Falerna dorme ancora.
Dal campanile sento
vicino i rintocchi
perforare la notte
e sparire lontano.
Sei uscito di servizio.
Sono le due - sento la moto.
L'incubo è finito.
Il portone della caserma si apre
e i tuoi passi si avvicinano.
La tua presenza mi coinvolge
in un gioioso inno del creato.
10 aprile 1952
Quello che vorrei
Vorrei tante speranze
per un giorno nuovo.
Vorrei parole di coraggio
tra le foschie dell'aurora.
Vorrei annunciare tempi migliori
contro le cattiverie del mondo.
Vorrei il divieto per i lamenti
e tante gioie contro lo sconforto.
Vorrei grande entusiasmo
contro lo scetticismo del passato.
Vorrei la sicurezza di un orizzonte
che si accende ai primi raggi del sole.
Vorrei guardare le gemme
che spuntano sui rami
e non piangere più
sulle foglie che cadono.
Settembre 1961
Hai bussato al mio cuore.
Ti ho aperto subito.
Era una fredda mattinata
del mese di gennaio.
Le strade erano gelate dalla neve.
In mezzo a quel candore
come un principe azzurro
passavi con la tua bella divisa.
Ero pronta a tirarti una palla di neve.
Tu mi hai sorriso
facendomi capire
che non potevi ricambiare.
Avevo il cuore fuori posto.
Battiti irregolari con sistole impazzite.
Era il 14 gennaio del 1946
La mia storia:
un argine in frantumi.
Il ricordo si fissa
in un angolo del cervello
per rimanere congelato.
A metà della gola
respiri incastrati
come tappi di bottiglie.
Tutto è distante.
Congelato
in un luogo
dove è negato l'accesso.
L'aria è ferma
e gelida
come una giornata
in montagna.
Maggio 1982
Somme e sottrazioni di anni.
Lavagna sporca di segni
non cancellati.
Linea che ci separa
di molti ieri e pochi domani.
Sogno l'uscita, il varco,
il ritorno,
dove il silenzio è complice
e il tempo passa senza date
e senza programmi.
La tua assenza
è presenza costante
che mi accompagna
giorno e notte.
Fuori il mare
tocca l'orizzonte
e la vita si annuncia
come un deserto.
Ti sento sempre accanto
anche quando ti allontani.
Novembre 1955
Ti sento.
Voglio andare con te
anche nel vento.
Sei qui, accanto a me.
Mi guardi fisso negli occhi
ma non sai cosa dire.
Col tuo unico sorriso
sei capace di illuminare
anche la notte più buia.
In te vivere è gioia,
allontanarsi è nostalgia,
tornare è sempre una festa.
Ottobre 1955
Cominciare il viaggio
e andare in mare aperto
per non fermarsi mai.
Prendere il largo,
venirti incontro
prima del tramonto
senza essere braccati
dalla paura del buio,
per dormire insieme
con la stessa forza
di sognare.
Riportare nelle reti vuote
il tuo carico prezioso
per una vita a due.
che mi protegge dal freddo.
Sei il mio passaggio segreto,
la vacanza da tanto sognata.
Sei il premio ambito
di un viaggio agognato
da tutta la vita.
Sei il giardino fiorito,
un frutto saporito.
Sei il racconto fantastico,
il romanzo mai scritto.
Sei un tremulo orizzonte
dove terra e cielo
si fanno indistinte
in un presagio di fata morgana.
Sei l'altra metà della mela.
Sei una montagna russa piena di emozioni.
Falerna, 1febbraio 1953.
Per il tuo compleanno