Leggo da qui, e copio-incollo:
Carolina Girasole, il sindaco anti ‘ndrangheta di Isola Capo Rizzuto, è stata sconfitta alle elezioni comunali del 26 e 27 maggio. Il Comune in provincia di Crotone non ha confermato il suo lavoro, dedito alla lotta alla mafia e incentrato sulla legalità. Nei bar brindano e offrono cornetti, contenti della “liberazione” da chi in paese aveva obbligato i cittadini a pagare le bollette dell’acqua, scrive Niccolò Zancan su La Stampa.
Gli attacchi alla Girasole non sono stati pochi, spiega Zancan. La sindachessa anti ‘ndrangheta, così la chiamano, ha confiscato terreni alla mafia ed è l’unica che ha provato a contrastare “certi poteri e certe famiglie”. Ma i suoi concittadini non l’hanno apprezzata e alle elezioni comunali la Girasole, abbandonata anche dal Pd che ha proposto Damiano Milone, ha oscillato tra il 12 e il 13% delle preferenze.
Zancan scrive della festa nei bar:
“Nei bar non ti danno tregua. Offrono cornetti e brindano: «Ce ne siamo liberati! Evviva! Quella si credeva la paladina della giustizia, ma ha detto soltanto falsità. Qui si sta benissimo, altroché mafiosi. Dovete scriverlo: da cinque anni non c’è un morto ammazzato. Mentre quella ha ucciso il turismo a forza di parlare di ‘ndrangheta. Ha infangato tutto il paese. Voleva fare carriera sulla pelle nostra»”.
Poco importa delle minacce e delle intimidazioni che la Girasole ha ricevuto. Le bombe in municipio, le auto infiammate e le scritte “Ti ammazziamo”. La mafia non c’è qui, dicono in paese.
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