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lunedì 27 aprile 2015

Fare o pensare?

Nel 2008 aprii questo blog in occasione di un mio viaggio in Sicilia. Avevo quest'idea: attraversare l'isola seguendo una specie di diagonale interna, partendo da Trapani e arrivando a Milazzo dopo aver attraversato i Nebrodi, le Madonie e i Peloritani, in una settimana di viaggio, un fantastico viaggio in solitaria con la mia bicicletta. Aprii questo blog, dicevo, e scrissi le mie impressioni di viaggio giorno per giorno. Così facendo, però, dovevo alzarmi prestissimo ogni mattina per scrivere, e poi pedalare tutto il giorno. E' presumibile pensare che avrei potuto affrontare le mie giornate con maggiore freschezza, o con più tempo a disposizione per soffermarmi su quei meravigliosi paesaggi se non avessi dovuto scrivere ogni giorno. Nei miei successivi viaggi, ho preso scarni e frettolosi appunti, compensati da foto segnalibro dell'esistenza, per poi scrivere i miei resoconti una volta tornato a casa.
E quindi? Meglio vivere totalmente, o soffermarsi spesso a pensare cosa aver vissuto? Non lo so.
Questa vita è  probabilmente un sentiero stretto stretto,"questa vita che ti passa accanto ti saluta e fa bye-bye, questa vita un poco umida di pianto con i giorni messi male...", dove è meglio cercare di fare tutto ciò che è umano fare, rinunciando a qualche ora di sonno, cercando il tempo sia per vivere che pensare.
Da circa nove mesi dovrei fare una revisione del romanzo che ho scritto, certamente migliorabile, e trovo che la vita - il fare - mi impedisca di pensare. Vorrei avere il tempo per fare: tempo da trascorrere con i miei figli, tempo per viaggiare, fare l'amore con chi mi vuol bene, lavorare con coscienza e professionalità, correre, nuotare, andare in bici, vedere i miei amici, e tempo per pensare: praticare reiki, leggere, scrivere, guardare un film, suonare, rivedere il romanzo, e pensare alla vita che ho fatto, al tempo da me vissuto e costruito.

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