Il sette ottobre abbiamo letto, commentato, riso e ascoltato con attenzione i vari lettori del gruppo Librarsi. Serata bella, come sempre. Qui sotto un breve resoconto. Arrivederci alle Oblate il 4 novembre!
Francesca D. legge Marcovaldo di Calvino. Nel brano in questione Si videnzia il contrasto tra la poetica del protagonista che non ha occhi per la città che lo circonda, per tutto ciò che l'uomo ha creato, ma che invece è estremamente sensibile alle impercettibili presenze della natura che torna in città: qualche foglia, una buccia, dei funghi.
L'asterione, un racconto tratto da L'Aleph, di Borges, letto da Francesca V. Si assiste all'Umanizzazione del punto di vista del mostro Minotauro, il mostro che bestia non è, che nutre una speranza, e cade in un equivoco: che i salvatori,che lui aspetta, in realtà non lo sono, e cade in un inganno, come molte vittime in realtà sono ingannate. C'è uno stravolgimento del punto di vista, ed il terribile mostro viene preso in simpatia dal lettore.
La città della gioia di Dominique La Pierre, letto da Anna. La vita di Calcutta, in una realtà completamente diversa dalla nostra. in ogni situazione c'è sempre la possibilità di cogliere la positività dalla vita, e si legge anche un approccio totalmente diverso rispetto al trattamento dei malati.
Più dolce delle lacrime, di Nafisa Haji, letto da Manuela. Si parla di cattiva religione, che sembra preservare un verbo, una regola, più che guardare a fondo nell'animo delle persone, e si parla anche degli occhi che si dovrebbero usare quando si va in un posto nuovo.
L'arte di perdere di Elisabeth Bishop, letto da Francesca C. Un poetico vademecum che ci fa imparare come ci si possa distaccare da tutto, o quasi: negli ultimi tre versi si afferma anche la possibilità di perdere la persona amata, ma con qualche indugio e tentennamento.
Giulietta, di Federico Fellini, letto da Cristina. Un brano indubbiamente "felliniano": una ballerina che scappa col nonno, forse in mongolfiera, che vola e fa volare...
L'eleganza del riccio, di Muriel Barbery, letto da Antonio. Si descrive Un concerto corale, in cui la somma delle voci è molto di più del numero dei coristi, in cui la protagonista avverte la magia e la bellezza che incontrano l'animo di coloro che si lasciano attraversare da queste voci.
L'asterione, un racconto tratto da L'Aleph, di Borges, letto da Francesca V. Si assiste all'Umanizzazione del punto di vista del mostro Minotauro, il mostro che bestia non è, che nutre una speranza, e cade in un equivoco: che i salvatori,che lui aspetta, in realtà non lo sono, e cade in un inganno, come molte vittime in realtà sono ingannate. C'è uno stravolgimento del punto di vista, ed il terribile mostro viene preso in simpatia dal lettore.
La città della gioia di Dominique La Pierre, letto da Anna. La vita di Calcutta, in una realtà completamente diversa dalla nostra. in ogni situazione c'è sempre la possibilità di cogliere la positività dalla vita, e si legge anche un approccio totalmente diverso rispetto al trattamento dei malati.
Più dolce delle lacrime, di Nafisa Haji, letto da Manuela. Si parla di cattiva religione, che sembra preservare un verbo, una regola, più che guardare a fondo nell'animo delle persone, e si parla anche degli occhi che si dovrebbero usare quando si va in un posto nuovo.
L'arte di perdere di Elisabeth Bishop, letto da Francesca C. Un poetico vademecum che ci fa imparare come ci si possa distaccare da tutto, o quasi: negli ultimi tre versi si afferma anche la possibilità di perdere la persona amata, ma con qualche indugio e tentennamento.
Giulietta, di Federico Fellini, letto da Cristina. Un brano indubbiamente "felliniano": una ballerina che scappa col nonno, forse in mongolfiera, che vola e fa volare...
L'eleganza del riccio, di Muriel Barbery, letto da Antonio. Si descrive Un concerto corale, in cui la somma delle voci è molto di più del numero dei coristi, in cui la protagonista avverte la magia e la bellezza che incontrano l'animo di coloro che si lasciano attraversare da queste voci.
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