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martedì 11 dicembre 2012

Mini-compilation della paranoia

Il vostro partner vi ha mollato? Succede, nelle migliori famiglie, e anche nelle peggiori. Succede anche in tenera età, quando avete la/il fidanzatina/o, più spesso che da adulti. In tutti questi casi, proverete un groppo alla gola, che pian piano si sposterà nel basso ventre, tramutandosi in un dolore sordo, etereo, che vi accompagnerà per un tempo x. Ecco, quel tempo x è una terra di mezzo nella quale non siete più coppia, vi sentite a disagio come single, ma non volete nemmeno cercare un altro partner perché vi sembrerà di aver perso la/il compagna/o più in gamba del mondo. State elaborando la perdita, rimembrando i momenti belli, caricando masochisticamente di nostalgia quelli brutti; state fissando un soffitto, in altre parole. Immobili e dolenti. A nulla vi serviranno le parole dell'amico che vi proporrà dei cliché come: "Chiodo scaccia chiodo", "Morto un papa se ne fa un altro", o il più raffinato e cinico "I cimiteri sono pieni di persone di cui non si poteva fare a meno". A nulla. Anzi, lo pregherete di andarsene, e vorrete rimanere da soli a fissare l'adorato soffitto. In questi casi vi propongo la ""Mini-compilation della paranoia". Qui il termine paranoia non ha niente a che vedere con la psicosi in cui il soggetto è convinto di essere perseguitato rispettivamente da uomini, animali, parassiti o da uomini, animali, parassiti nello stesso momento, no. Qui è usato in modo improprio, giovanilistico, ma non meno efficace: "Sto in para" "Sto in paranoia" "M'ha preso la paranoia", esprime una tristezza, una malinconia che deriva dalla mancanza di qualcosa come la propria terra((una specie di saudade), un vago senso di malinconia che non sfocia nell'angoscia((lo spleen dei poeti decadenti), o la mancanza di qualcuno, e chi meglio può rappresentare questa condizione rispetto alla persona che è stata mollata dal partner?  In quel tempo x, dicevo, non desiderate altro che la permanenza di questo stato, che non sapete esattamente quanto durerà, e potreste unire la contemplazione del soffitto - anche un tramonto andrà benissimo, ma copritevi bene: la polmonite con paranoia è molto pericolosa - all'ascolto della "Mini-compilation della paranoia", formata da quattro canzoni che faranno al caso vostro.
Al quarto posto, un classico: "Colpa di Alfredo", di Vasco Rossi. Un tipo che perde l'attimo di stare con la donna della sua vita per via di un amico che gli fa perdere tempo con un sacco di discorsi seri. E, last but not least, per via del fatto che la tipa si mette con un "africano che non sa nemmeno bene l'italiano ma si fa capire bene quando vuole". Il momento topico della canzone viene toccato quando Vasco urla più volte:" Sono convinto che se non ci fosse stato lui mi avrebbe detto sì." In questo caso potrete  ricrearvi un mondo fantastico, una specie di arcadia in cui "lui non c'è" e lei  dice tante volte sì, sì da ripetere tante volte: un sì conseguente alla richiesta di amore eterno, o  un sì esibito in situazioni più scabrose ma più piacevoli. Ma non crogiolatevi troppo in questo pensiero, perché, lo sapete bene: il fatto è che lui c'è e lei non vi ha detto sì.
Al terzo posto "Cara", di Lucio Dalla. Parla di un fuggevole e platonico amore tra un lui molto più vecchio di una lei. Da ascoltare con attenzione la frase: "Io che qui sto morendo, e tu che mangi un gelato." Lui è lì rapito da mille tormenti, e pensieri, voli pindarici intorno ad un possibile amore, e lei? Ve la vedete? Mentre lui parla, lei sta lì a fissare il cono gelato, ben attenta che la goccia di nocciola non scivoli sul cono, e concentrata sulla forma sferoidale che potrebbe sciogliersi in modo inaspettato. Potrete immedesimarsi nella condizione di essere infinitamente meno importante e infinitamente più coinvolto della ex nella storia appena finita, trandone una infinita piacevole nostalgia.
Al secondo posto "Ci penserò domani", dei Pooh. Una ex, di cui il protagonista è ovviamente ancora infinitamente innamorato, riappare, chiede ospitalità per una notte; si è lasciata dal suo più recente compagno, e questo riaccende la speranza del protagonista. Invece la tipa non vuole far altro che scroccare vitto, alloggio e telefono(forse fa addirittura una chiamata internazionale perché parla in inglese) per il tempo di una sera e una notte. La mattina lei si leva di torno, e lo saluta teneramente dicendogli: "...e se io fossi una donna che torna è qui che tornerei." Ma siccome lei non è una donna che torna, non tornerà. Potrete concentrare la vostra attenzione sulla vostra ex, pensando alla remota possibilità che faccia parte della categoria delle "donne che tornano". Dopo mille tormenti, giungerete alla conclusione che la vostra ex è una donna che non torna. E questo aggiungerà tormento al tormento.
Al primo posto, "Vendo casa", di Lucio Battisti, ma a mio avviso questa canzone si apprezza meglio nella versione deiDik Dik( da non confondere, nella vostra ricerca, con i Dick Dick, pena l'apparizione nel vostro pc di molti siti a contenuto troppo esplicito). Qui il protagonista cerca di vendere la casa che aveva rappresentato il suo nido d'amore, fino al momento in cui la sua compagna si è levata di torno. Il tipo non cura più il giardino, non lava più i piatti, non fa più manutenzione della casa. In questo caso non potrà sperare di ottenere una grande cifra per la vendita, ma pare che non gliene interessi gran che, anzi, in un impeto di rabbia urla: "Questa casa è tutta da bruciare". La chicca paranoica, estremamente raffinata a mio avviso, sta in questa frase:"ho la barba lunga come tu la vuoi ed ho voglia di morire". In realtà la bellezza non sta certo sulla seconda parte del periodo, perché l'intento di morire è eccessivamente palese, troppo sbandierato, troppo abusato. Ma concentriamoci invece sulla meraviglia della prima parte: "Ho la barba lunga come tu la vuoi". Ci pensate? Il tipo è un finto trascurato; troppo facile radersi tutti i giorni, troppo facile non farsi mai la barba per nascondere i propri rammarichi dietro una folta peluria sul volto, niente di tutto questo. Gran parte della sua cura mattutina starà nel mantenere la barba alla lunghezza esatta di come lei desidera, né più né meno. Chissà che lei possa tornare da un momento all'altro. Semper paratus. Nella vostra condizione, se siete appartenenti al sesso maschile, pensate a quanto la vostra ex desideri la barba, e mantenetela sempre in quella condizione. Chissà che non torni. Ma non vi illudete, fratelli. E sorelle.
Buon ascolto!

2 commenti:

C. ha detto...

MI sembra un po' troppo che non ci vediamo...

A presto!
Tipo la cena della squadra!

Cletus ha detto...

aggiungei Problemi di Chiara Civiello. Mi dirai, chi cazz'è Chiara Civiello ? E io ti accontento, mica ti lascio con il dubbio insopportabile: http://youtu.be/wMR3oSEO9dw