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sabato 3 dicembre 2011

Midnight in Paris

In questo periodo non leggo tanto. Forse, per dirla alla Nanni Moretti, "faccio cose, vedo gente", e va bene così. Tornando alla lettura sto leggendo un libro che mi intriga molto, che mi era sfuggito in gioventù, ovvero "Se una notte d'inverno un viaggiatore" di Calvino, e, da persona che invidia sfacciatamente le persone che scrivono bene, sto invidiando non poco la capacità di Calvino di passare con disinvoltura da uno stile di scrittura ad un altro(intimista, giallista, intrecciofilo, romantico, secco, razionale...) e facendolo sempre con una abilità da vertigine. Insomma, nonostante il fatto che il tomo sia esiguo, un duecento pagine, e sia sfacciatamente bello, finisco ogni sera con il libro per terra, la luce accesa e un filo di bava sul cuscino, accorgendomi a posteriori di aver letto solo qualche pagina. Insomma, non leggo molto, ma sono almeno riuscito, in queste ultime settimane a vedere qualche bel film, come "This must be the place", "Terraferma", "Io sono Li", "Tomboy", ma stasera ho visto il migliore del periodo: "Midnight in Paris", di Woody Allen. Non posso dire alcuni dei motivi che mi spingono a questo lusinghiero giudizio, perché finirei per sciuparvi il film, cosa che non voglio fare, in quanto mi sento particolarmente buono stasera.
Ma posso accennare al fatto che si parla di scrittura, di scrittori, alcuni dei migliori(Hemingway, Fitzgerald, Stein, Twain), e si fanno di tanto in tanto citazioni che colpiscono nel segno, almeno colpiscono il sottoscritto. Ne riporto una su tutte, che purtroppo ricordo approssimativamente: "Quando fai bene l'amore(focoso, passionale...) con una donna, in quell'istante pensi che la morte non esista più".
Inoltre pare che Woody si sia allontanato dalla sua idea ossessiva della morte e della vecchiaia dei suoi ultimi film (vedi, ad esempio, il ruolo di Antony Hopkins che fa il "fintogiovane" in "Incontrerai l'uomo dei tuoi sogni"), e ci regala un'intuizione: viviamo in questo presente, e in questo presente dobbiamo muoverci, amare, lottare, sognare, relazionarci, e strappare qualche brandello di felicità. Inutile volgersi romanticamente a guardare un passato che non c'è più, pensando a quanto dovesse la gente essere felice in quel periodo. E' una pura illusione. La gente che caratterialmente guardava al passato con nostalgia, esisteva anche in quel periodo. Stiamo qui; volgiamo pure lo sguardo a quanto gli artisti abbiano prodotto nelle epoche passate, ma con la certezza che artisti del genere ci sono anche adesso. E soprattutto cerchiamo di non sciupare l'opera più grande e maestosa di cui siamo artefici e protagonisti: la nostra vita. E' una piccola intuizione, forse, ma per me illuminante.

1 commento:

Cletus ha detto...

vedi...come è facile leggere in modo diverso lo stesso film, libro...ect. L'ho visto ieri sera, ne ho scritto qui: http://cletus19.blogspot.com/search/label/Woody%20Allen