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domenica 5 settembre 2010

Etica e natura, vicino a Nordkapp























Dopo l'incontro con Capo Nord atteso da una vita(più o meno consapevolmente), ieri pomeriggio ho preso un autobus che mi ha rispedito ad Alta, al punto di partenza. Sono sceso in serata ad Alta con pioggia battente e freddo.
Ventotto giugno, lunedì. Stamani c'è il sole e nove gradi. Bene. Mi aspetta una pedalata di centotrenta chilometri per raggiungere Kautokeino, nel cuore della regione dei Sami, che in Norvegia hanno ottenuto riconoscimenti giuridici, sociali ed economici. Da novemila anni stanno in queste terre, è giusto che continuino a starci, ne hanno convenuto i norvegesi, gli scandinavi arrivati molto più tardi. Ci sono state aspre lotte per ottenere tutto questo, ma ora i Sami hanno un loro parlamento, un territorio, una lingua. I Sami residenti in Finlandia non stanno bene come loro, e quelli residenti in Russia, nella vicina penisola di Kola, praticamente non esistono giuridicamente. E' un bellissimo esempio - i Sami e i norvegesi - di convivenza pacifica e fruttuosa.
Molti Sami tutt'oggi vivono nomadi, in tende per lunghi periodi dell'anno, spostandosi in relazione alle migrazioni delle renne. Per vivere accanto alle renne, devi pensare come una renna, e correre come una renna. Il mondo, dicono, è nato da una renna speciale, una renna bianca: i suoi occhi sono le stelle, le sue vene i fiumi e i laghi, il suo manto i monti e le colline, ed il suo cuore sta al centro della terra. Quando hai perso la via, appoggia l'orecchio sul terreno e ascolta il battito del cuore della renna bianca: ti aiuterà a ritrovare la strada.
Per tutto il viaggio di oggi, mi troverò accanto al fiume Alta-Kautokeino, che nei primi quaranta chilometri(in realtà alla fine del fiume, vicino alla foce) si snoda attraverso strette gole, dei veri e propri canyon, con l'acqua che dà spettacolo di sé. Sono solo per decine di chilometri. Solo acqua, renne, boschi. Dopo cinquanta chilometri, in cima ad una collina - altitudine 400 metri - trovo una casa, l'insegna del caffé. Mi fermo. Si tratta di una casa, una fattoria, nel cui soggiorno hanno attrezzato una accogliente sala da té, con una torta di frutti di bosco e dei panini. Prendo un panino e un caffè. Mi godo le trine alle finestre, le foto di famiglia; nell'accogliente e pulito bagno c'è un angolo in cui hanno piazzato una poltrona. Torno in soggiorno, una coppia di turisti - gli unici che ho visto da stamani - se ne va, rimango solo ed incantato. La proprietaria è in cucina, sta preparando qualcosa per stasera, fuori c'è un uomo - forse il marito - che sta segando la legna. Poco dopo passa dal corridoio una bella ragazza di circa vent'anni - la figlia, immagino - con passo stanco, in ciabatte, che si dirige in una camera. Mi immagino una vita aspra, d'inverno c'è neve alta per mesi; qui si fermano le slitte con cani e motoslitte dirette ad Alta, in percorsi invisibili che solo la gente del posto conosce. Vado a pagare. Cinquanta corone, dice la signora. Pago con una banconota da cinquanta corone. La signora prende la banconota, la inserisce nel registratore di cassa, e mi fa lo scontrino fiscale. Lo scontrino. Nessuno fuori. Alta a cinquanta chilometri, Kautokeino a ottanta, foreste e un fiume. Lo scontrino. Lo guardo, e la signora mi saluta sorridente, che non capisce la mia sorpresa; forse capirebbe venendo in Italia, nell'Italia dei furbi. E' stata l'esperienza più sconvolgente di questo viaggio. Qui si respira etica, oltre all'odore della terra umida.
Ora sto pedalando in altopiano, con il fiume sempre impetuoso, tanti boschi e di tanto in tanto qualche placca di neve residuo dell'inverno. Una di queste, piuttosto grande, ha la forma di una colomba. E in quanto a volatili, ho la fortuna di assistere al volo di un'aquila. Mi fermo e la seguo finché la vedo, una decina di minuti di spettacolo. Le aquile mi emozionano, l'ho già scritto in questo blog. Non c'è alcun motivo legato alla sopravvivenza per loro di fare tutte quelle evoluzioni, di avvitarsi in aria sempre più su, è solo il piacere di farlo, probabilmente, di fare cose che nessun altro uccello sa fare così bene.
Il viaggio scorre placido accanto al fiume, anch'esso più calmo. Sono le otto di sera, sono arrivato a Kautokeino, trovo l'albergo.
Ho fame e sonno. E sono contento di essere arrivato qui.

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