Un altro viaggio, stavolta non il mio, ma quello descritto e raccontato in questo bel film.
L'ho visto oggi pomeriggio e ho ancora un buon sapore: mentre lo guardavo avevo voglia di partire immediatamente verso la Basilicata, e questo è merito indiscutibile della fotografia del film. Valli e monti e paesi arroccati su colline e strade tortuose e verdi sbiaditi vicino a fiumare asciutte, e verdi smeraldo dei boschi rigogliosi e blu cobalto del cielo, dei fiumi e del mare.
Quattro amici, a cui si aggiungerà una donna, che attraverso un viaggio di dieci giorni, percorrono la Basilicata da ovest a est - "Coast to coast", appunto - per arrivare a Scanzano Jonico, dove dovranno suonare e cantare ad un festival della canzone. Sono tutti e cinque in crisi con la vita, nessuno di loro ha ancora intrapreso scelte importanti per sé e per gli altri, nessuno di loro ha ancora capito cosa "faranno da grandi", e questo viaggio simbolicamente darà loro dei preziosi suggerimenti.
Il viaggio è più importante della meta stessa, un viaggio fatto nel modo più lento possibile: a piedi, con un carretto trainato da un cavallo su cui hanno piazzato gli strumenti e i bagagli. Terzani scriveva che non amava i viaggi in aereo - che suo malgrado era costretto a fare - perché effettuati nel modo più breve possibile e con uno stacco dal suolo che non ti permette di capire i cambiamenti climatici, culturali, economici degli uomini e della terra. In un viaggio "lento", come a piedi o - aggiungo personalmente - in bicicletta, i paesaggi degradano progressivamente e si aprono piano piano, permettendo ai tuoi stati d'animo di adattarsi con tempi lunghi ai nuovi scenari. Consentendo lunghe riflessioni, e dando risonanza a silenzi gravidi di fertili idee e nuovi propositi.
In questo viaggio passeranno attraverso Aliano, il posto di confino di Carlo Levi che, successivamente all'esperienza dell'esilio avrebbe espresso la volontà di essere lì sepolto, trasformando l'originaria imposizione in una successiva libera scelta. Brinderanno, sempre ad Aliano, alla salute di Carlo Levi e di Gian Maria Volontè, l'attore che lo interpretò. Assisteranno ad un incidente stradale, prestando un provvidenziale soccorso, conosceranno nuovi amori, e litigheranno tra loro, si perderanno e si ritroveranno, saranno accolti in case in pietra, e prenderanno decisioni importanti, come nella vita, come nei veri viaggi.
Per giunta la loro Itaca, Scanzano Jonico, è a diciotto chilometri da Rocca Imperiale, dove io sono nato, regalandomi in tal modo un occasionale valore aggiunto alla mia visione del film.
Un film che racconta di persone che amano raccontare e ascoltare racconti, dove la leggerezza, il sorriso, l'ironia, la buona musica, la solidarietà e l'amore sono le principali armi utilizzate per affrontare le questioni fondamentali dell'esistenza.
L'ho visto oggi pomeriggio e ho ancora un buon sapore: mentre lo guardavo avevo voglia di partire immediatamente verso la Basilicata, e questo è merito indiscutibile della fotografia del film. Valli e monti e paesi arroccati su colline e strade tortuose e verdi sbiaditi vicino a fiumare asciutte, e verdi smeraldo dei boschi rigogliosi e blu cobalto del cielo, dei fiumi e del mare.
Quattro amici, a cui si aggiungerà una donna, che attraverso un viaggio di dieci giorni, percorrono la Basilicata da ovest a est - "Coast to coast", appunto - per arrivare a Scanzano Jonico, dove dovranno suonare e cantare ad un festival della canzone. Sono tutti e cinque in crisi con la vita, nessuno di loro ha ancora intrapreso scelte importanti per sé e per gli altri, nessuno di loro ha ancora capito cosa "faranno da grandi", e questo viaggio simbolicamente darà loro dei preziosi suggerimenti.
Il viaggio è più importante della meta stessa, un viaggio fatto nel modo più lento possibile: a piedi, con un carretto trainato da un cavallo su cui hanno piazzato gli strumenti e i bagagli. Terzani scriveva che non amava i viaggi in aereo - che suo malgrado era costretto a fare - perché effettuati nel modo più breve possibile e con uno stacco dal suolo che non ti permette di capire i cambiamenti climatici, culturali, economici degli uomini e della terra. In un viaggio "lento", come a piedi o - aggiungo personalmente - in bicicletta, i paesaggi degradano progressivamente e si aprono piano piano, permettendo ai tuoi stati d'animo di adattarsi con tempi lunghi ai nuovi scenari. Consentendo lunghe riflessioni, e dando risonanza a silenzi gravidi di fertili idee e nuovi propositi.
In questo viaggio passeranno attraverso Aliano, il posto di confino di Carlo Levi che, successivamente all'esperienza dell'esilio avrebbe espresso la volontà di essere lì sepolto, trasformando l'originaria imposizione in una successiva libera scelta. Brinderanno, sempre ad Aliano, alla salute di Carlo Levi e di Gian Maria Volontè, l'attore che lo interpretò. Assisteranno ad un incidente stradale, prestando un provvidenziale soccorso, conosceranno nuovi amori, e litigheranno tra loro, si perderanno e si ritroveranno, saranno accolti in case in pietra, e prenderanno decisioni importanti, come nella vita, come nei veri viaggi.
Per giunta la loro Itaca, Scanzano Jonico, è a diciotto chilometri da Rocca Imperiale, dove io sono nato, regalandomi in tal modo un occasionale valore aggiunto alla mia visione del film.
Un film che racconta di persone che amano raccontare e ascoltare racconti, dove la leggerezza, il sorriso, l'ironia, la buona musica, la solidarietà e l'amore sono le principali armi utilizzate per affrontare le questioni fondamentali dell'esistenza.
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