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martedì 8 dicembre 2009

Viaggio in Scozia 6: i verdi e i blu di Glencoe








Venerdì dodici giugno 2009, mattina.
Giornata stupenda, al momento. Il sole occupa di diritto la dining-room in legni chiari del B&B dove ho appena dormito. Dopo la colazione, chiedo ed ottengo dalla padrona di casa il permesso di attardarmi in soggiorno, sfruttando la loro Wi-Fi e il mio piccolo e leggero pc per cercare un alloggio per stasera. La ricerca non è molto facile, durerà per circa un'ora: all'approssimarsi del weekend molti residenti si spostano, anche di poco, per dormire fuori casa. Trovo finalmente un alloggio a Crianlarich, telefono per prenotare e finisco di preparare i bagagli, parto tardissimo rispetto agli altri giorni, le undici passate. Dopo otto chilometri dalla partenza, attraverso un ponte nel tratto in cui l'ampio Loch Linnhe si restringe e diventa il Loch Levin. In realtà sono entrambi due tratti di mare che degli stretti istmi fanno passare per laghi. Ci si confonde, come dicevo qualche giorno fa, sulla denominazione - mare, fiume, lago - degli specchi d'acqua, e il confondimento è un piccolo grande piacere. Sarei tentato, se non fosse tremendamente tardi, di tuffarmi sfidando le basse temperature dell'acqua. Ci sono spiagge, qui, che non hanno niente da invidiare a certe spiagge dei mari del sud. L'acqua è però così fredda da consentire solo rapidi bagni con un accappatoio che ti aspetta fuori del mare. Tiro innanzi e attraversando il ponte inizio una strada in direzione sud-est che mi allontanerà sempre più dal blu del mare e mi condurrà verso il verde, che siano erbe di pascolo o faggi o abeti o larici.
A sinistra della strada intravedo un piccolo centro, Glencoe, dove mi fermo a fare rifornimento di acqua e Kit-Kat. Glencoe è anche il nome di questa specie di gola lunga e stretta che si inerpica in questa zona montuosa. Ora percorro la strada di fondovalle in costante ma non ripida salita.
Passo il primo piccolo valico e ho sulla destra e sulla sinistra della strada due monti alti circa mille metri. Sulla loro sommità ci sono placche di ghiaccio. Lo zero termico è bassino da queste parti. Più avanti, un lago dal colore verde e blu.
Le mie parole sono inadeguate per descrivere paesaggi del genere.
Hai tutta la imponente visuale dei monti senza ostacoli, dalla base alla cima: smussati, sono di derivazione geologica antica, il resto del lavoro l'ha fatto il vento, hanno dei solchi che li percorrono per tutta la loro altezza, se osservi meglio ti accorgi che sono dei piccoli torrenti. Ti soffermi poi sul verde: non pensavi che potesse essere di così tante sfumature. Da queste parti hanno girato "Highlander" e "Brave heart", per la fotografia non hanno avuto grande necessità di ritocchi. Per chilometri e chilometri sarà sempre uguale e sempre diverso. Gli ingredienti si mescolano: puoi vedere l'erba diventare a tratti roccia, dei torrenti riversarsi in un laghetto, un bosco di abeti intorno al lago, alzi gli occhi e ti soffermi sul cielo ha ripreso a produrre nuvole di varia foggia, il vento che ti accarezza. Oppure vedi in lontananza altri tre monti che sembrano sbarrare la strada - due ai lati, uno davanti - e pensi con soddisfazione che, in modo del tutto misterioso, passerai proprio da lì. Chilometri e chilometri di niente, di verdi e blu che si mescolano e si compenetrano, al punto da chiederti se arriverai mai in un centro abitato.
Dopo il valico, una lunga discesa, ancora laghi, fino ad addentrarsi in un fitto bosco che mi accompagnerà fino a destinazione. Nel frattempo il clima ha fatto in tempo a mutare: una minuta pioggia che mi fa desiderare, unita alla fame e alla stanchezza, una camera e un pasto caldo.
Sono le sette e tre quarti, ho attraversato Crianlarich, riprendo il bosco e vedo la mia meta: il vialetto di ingresso che conduce ad una casa bianca con tetto di paglia, due comignoli accesi, la riserva di legna da un lato e due pendii colmi di verde che la accarezzano. In questo momento non chiedo di meglio: essenza, bellezza, semplicità.
A domani
(Toni La Malfa)
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3 commenti:

Unknown ha detto...

Ti ringrazio anche solo per la bellezza delle immagini che hai condiviso. A volte mi stupisce che il diario di bordo sia totalmente libero da pensieri del tuo “vero” quotidiano, ma di fronte a tali paesaggi maestosi, capisco bene che tutto il resto scompare. D’altronde ogni vacanza è un’occasione di libertà ed è giusto che la massima preoccupazione del toni-da-viaggio sia la ricerca di un B&B per la notte.

“Chiusi in un incanto dove non rimani uguale e sei come non sei nella clandestinità”. (V.Capossela)

Unknown ha detto...

E' più facile parlare delle proprie vacanze che dei propri vissuti. Mi piace scriverne, ma a pochissimi. Forse a poco a poco lo farò anche qui, Federico.
Grazie per essere passato di qui.
PS Sta nevicando qui a Lucca. E' bellissimo

Unknown ha detto...

Antonio la gola di Glencoe che descrivi e' ancora piu' bella di come me la ricordavo, pensare che ritenevo fosse uno dei posti piu' belli al mondo... ciao. Marco il Campigiano