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mercoledì 18 aprile 2012

Si continua a "Libr'arsi" alle Oblate

Martedì tre aprile si è svolto l'incontro mensile alle Oblate a Firenze, piacevole come sempre. Altra coincidenza inquietante(siamo ormai abituati): Stefano e Luca hanno portato un brano tratto da due autori diversi, ma con lo stesso titolo: "L'amante". Che vorrà dire?
Metto qui sotto il mio parziale resoconto  della serata, e vi ricordo, per chi volesse venire, che il prossimo incontro sarà martedì 15 maggio alle Oblate a Firenze alle 21,30.

"Strane creature" di Tracy Chevalier, letto da Cristina. Le persone parlano attraverso una parte anatomica caratterizzante del corpo, e con esse anche il carattere. Siamo all'inizio dell'800, una sorella  parla attraverso il proprio seno, la protagonista descrive sé stessa con durezza e ironia, quando si definisce come zitella di mezza età. Il tratto che si coglie di più è proprio l'ironia. Capitoli con io narrante alternato tra Mary Anning e Elisabeth Philpot.
"I tulipani" di Silvia Plath, poesia, letta da Bianca. Tanto è piaciuto tanto questo brano, quanto è devastante. I tulipani disturbano, prima del loro ingresso va tutto bene, ma è paradossale. Una grande violenza scuote la donna che sta sul letto. Lei odia perché riconosce l'amore che questa violenza porta. Sono ancora viva, pare dire, con questo disturbo dei tulipani. I tulipani disturbano la sua scelta di abbandono del mondo.
"A una passante" di Charles Baudelaire, poesia, letta da Jean. I poeti scrivono ed entrano in una specie di trappole. Commistione tra eros e amore. Il protagonista è per la strada e passa una donna. L'eros è la stella del mattino che non è stata ancora bruciata dal sole. La bellezza è ciò che accarezza l'eros. 
"L'amante" di Marguerite Duras, letto da Stefano. C'è un effetto ipnotico; questo brano riesce a descrivere con accessori un'interiorità e a suggerire qualcosa di erotico in modo molto caratterizzante. E' la fase androgina di ricerca adolescenziale.  Libro distruttivo, decadente. Lei sfrutta un lui per trovare una sensualità che lei stessa sta ricercando.
"Perché essere felice quando puoi essere normale?" di Jeanette Winterson, letto da Toni. L'adozione che costringe l'adottato/a a scrivere, immaginare la prima parte della propria vita. A farsi un sacco di domande sulle proprie origini. Le stesse domande che si fanno tutti, ma condite da maggiore amarezza. Forse un modo troppo accademico di esporre la propria adozione, ma la sensazione di verità pian piano emerge. Quella mancanza dei primi anni di vita, se vista come un'opportunità, potrebbe essere più un'apertura che un vuoto.
"Sogni di robot" di Isaac Asimov, letto da Benedetta. La centralità dell'uomo in questo racconto, e le domande primordiali sono sempre le stesse. Ricorda le domande metafisiche rivolte ad un santo. Questa domanda era stata posta tanto tempo prima. In questo linguaggio scientifico affiorano delle domande intensamente umane. il nostro punto di vista può essere insignificante, ma può assumere una enorme importanza.
"L'amante" di Abraham Yehoshua, letto da Luca. Uno dei primi libri che ha letto su israele; c'è una situazione di turbolenza, qualcosa nell'animo della protagonista emblematico del periodo di Israele stessa. Parla di un amico ucciso come fosse normale. C'è la dimensione del conflitto, dello sradicamento dell'inconscio collettivo, la diversa reazione della madre che potrebbe alzarsi dal letto solo in relazione ad un problema vero. Il padre è più accogliente anche se più restio ad alzarsi. E' più coinvolto nel rapporto con la figlia, anche lì la società impone doppio ruolo. C'è l'aspetto della sessualità precoce, forse la situazione di conflitto che anticipa la sessualità.
"Considero valore" di Erri De Luca, poesia letta da donatella.  Si avverte il bisogno di concretezza, semplicità, di pulizia, di alcune cose in cui si ritrova un centro a cui affidarsi. Si considera valore sapere dov'è il nord, il nome del vento che sta asciugando il bucato. Tutti gli aspetti rispecchiano la scelta morale del poeta, che Donatella condivide.  


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