Sabato 25 giugno, aeroporto di Biarritz. Sono le 13, dovrei iniziare il mio viaggio in bici, ma non posso. Ho le ruote sgonfie, non c'è nessun ciclista in giro, non ci sono negozi, e poi sarebbero chiusi a quest'ora. Dovrei aspettare le quattro, cercando di raggiungere un centro abitato con la zavorra di una bici al momento inutilizzabile e tre zaini del peso di 25 chili. Dopo un quarto d'ora di indugi, mi avvicino ad un tassista munito di station-wagon.
"Mi potrebbe portare a Biarritz?"
Lui mi guarda perplesso. "Problemi alla bicicletta?"
"Ho le ruote sgonfie. Non ho la pompa." Il tassista mi vede un po' imbarazzato per la mia dimenticanza e non infierisce."Se mi potesse portare davanti a un negozio di bici."
"E' sabato, forse non riaprono nel pomeriggio. Forse è meglio che rinunci alla pompa e ti faccia gonfiare le ruote in un centro di noleggio bici del comune."
"Va bene." Penso con timore alla possibilità di bucare in aperta campagna, a viaggio iniziato, senza pompa. Ma non posso certo aspettare lunedì.
Si carica la bici e gli zaini in macchina. Salgo e il tipo si avvia verso Biarritz.
Il tassista sta pensando. Dopo cinquecento metri inchioda e si volta verso di me.
Sorride ed esclama:"Anglet!"
"Eh?" faccio io.
"Oui! Anglet! Decathlòn! Anglet!"
"Decathlòn Anglet! Sì!" Quasi quasi vorrei abbracciare il tassista, non lo faccio.
Evviva! Evviva Decathlon, evviva tutte le multinazionali e tutti i centri commerciali che fanno orario continuato e lavorano per tutto il sabato! Evviva! Praticamente mi svendo per una pompa di bicicletta...
A quattro chilometri dall'aeroporto il tipo si ferma davanti al meraviglioso Decathlon, una specie di santuario pieno di meravigliose pompe per bici. Ringrazio il tassista, gli dò cinque euro di mancia, lui ringrazia me e io ringrazio lui. Potremmo andare avanti per tutto il pomeriggio, ma devo partire.
Entro, compro due pompe (non si sa mai), una luce supplementare posteriore ed un lucchettone, che va a sostituire quello sparito a Bruxelles.
Gonfio le ruote, mi cambio sul retro di Decathlon, piazzo gli zaini e dopo circa un'ora posso partire. Costantemente verso ovest, una volta raggiunto il mare. Staccarsi dal mare sarebbe una follia. Raggiungo Biarritz, sotto il sole pomeridiano che rallegra i bagnanti su una lunga spiaggia, e anche me. Giornata stupenda, fa caldo ma non troppo. La costa è frastagliata e ci sono numerose calette non facilmente accessibili, belle anche per questo. Nel vicino entroterra, più a sud, le pendenze e le altitudini sarebbero tutt'altra cosa, ci sono i Pirenei. Dopo aver abbandonato Biarritz, mi aspettano altri due paesini: Bidart, Saint Jean de Luz(in due giorni i richiami al nome Giovanni sono stati numerosi, curioso) e tanto mare. Dai monti vicini viene a trovarmi un'aquila, compagna costante dei miei viaggi, che mi viene a trovare e volteggia per qualche minuto sopra di me. Si avvita nell'aria per il solo piacere di farlo, e poi perché nessun altro uccello sa volare così alto come lei.
Raggiungo il confine tra Francia e Spagna, solcato dal profondo estuario del fiume Bidasoa, attraversato da un ponte, un tempo(ma maggiormente sui vicini Pirenei) costante conflitto tra contrabbandieri e doganieri, oggi depotenziato dal trattato di Schengen. Nel 1986 al confine tra Spagna e Francia fermarono me e Laura, la mia ragazza, per un tempo abbastanza lungo per cercare del fumo che non avevamo, per il semplice fatto che stavamo viaggiando con una R4 bianca con l'adesivo di Jim Morrison attaccato sul retro. C'è comunque anche oggi un cambio in questo confne. Di suoni, di colori di case, di tratti somatici, di appartenenza. Comincia la Spagna, in particolare i paesi baschi, che parlano e vivono a loro volta diversamente dal resto della Spagna. Sono le sette e mezzo e mi trovo a Irun, il mio punto di arrivo di oggi, che in realtà è il punto di partenza del Camino del Norte. Mi fermo all'albergo del pellegrino, e mi trovo a dormire come in una barzelletta delle scuole elementari: un canadese, un francese, un inglese, un tedesco e un italiano. Una signora molto gentile mi spiega il volontariato di Irun per gestire questo aubergue. Ogni settimana viene gestito da una persona diversa, per tutto l'anno. La biancheria, un caffé alla mattina, l'assegnazione dei letti, le notizie sul Camino. Tutta questa accoglienza disinteressata dal dio denaro mi dà una bella sensazione.
Domani, all'alba, si comincia sul serio.
Buen Camino
"Mi potrebbe portare a Biarritz?"
Lui mi guarda perplesso. "Problemi alla bicicletta?"
"Ho le ruote sgonfie. Non ho la pompa." Il tassista mi vede un po' imbarazzato per la mia dimenticanza e non infierisce."Se mi potesse portare davanti a un negozio di bici."
"E' sabato, forse non riaprono nel pomeriggio. Forse è meglio che rinunci alla pompa e ti faccia gonfiare le ruote in un centro di noleggio bici del comune."
"Va bene." Penso con timore alla possibilità di bucare in aperta campagna, a viaggio iniziato, senza pompa. Ma non posso certo aspettare lunedì.
Si carica la bici e gli zaini in macchina. Salgo e il tipo si avvia verso Biarritz.
Il tassista sta pensando. Dopo cinquecento metri inchioda e si volta verso di me.
Sorride ed esclama:"Anglet!"
"Eh?" faccio io.
"Oui! Anglet! Decathlòn! Anglet!"
"Decathlòn Anglet! Sì!" Quasi quasi vorrei abbracciare il tassista, non lo faccio.
Evviva! Evviva Decathlon, evviva tutte le multinazionali e tutti i centri commerciali che fanno orario continuato e lavorano per tutto il sabato! Evviva! Praticamente mi svendo per una pompa di bicicletta...
A quattro chilometri dall'aeroporto il tipo si ferma davanti al meraviglioso Decathlon, una specie di santuario pieno di meravigliose pompe per bici. Ringrazio il tassista, gli dò cinque euro di mancia, lui ringrazia me e io ringrazio lui. Potremmo andare avanti per tutto il pomeriggio, ma devo partire.
Entro, compro due pompe (non si sa mai), una luce supplementare posteriore ed un lucchettone, che va a sostituire quello sparito a Bruxelles.
Gonfio le ruote, mi cambio sul retro di Decathlon, piazzo gli zaini e dopo circa un'ora posso partire. Costantemente verso ovest, una volta raggiunto il mare. Staccarsi dal mare sarebbe una follia. Raggiungo Biarritz, sotto il sole pomeridiano che rallegra i bagnanti su una lunga spiaggia, e anche me. Giornata stupenda, fa caldo ma non troppo. La costa è frastagliata e ci sono numerose calette non facilmente accessibili, belle anche per questo. Nel vicino entroterra, più a sud, le pendenze e le altitudini sarebbero tutt'altra cosa, ci sono i Pirenei. Dopo aver abbandonato Biarritz, mi aspettano altri due paesini: Bidart, Saint Jean de Luz(in due giorni i richiami al nome Giovanni sono stati numerosi, curioso) e tanto mare. Dai monti vicini viene a trovarmi un'aquila, compagna costante dei miei viaggi, che mi viene a trovare e volteggia per qualche minuto sopra di me. Si avvita nell'aria per il solo piacere di farlo, e poi perché nessun altro uccello sa volare così alto come lei.
Raggiungo il confine tra Francia e Spagna, solcato dal profondo estuario del fiume Bidasoa, attraversato da un ponte, un tempo(ma maggiormente sui vicini Pirenei) costante conflitto tra contrabbandieri e doganieri, oggi depotenziato dal trattato di Schengen. Nel 1986 al confine tra Spagna e Francia fermarono me e Laura, la mia ragazza, per un tempo abbastanza lungo per cercare del fumo che non avevamo, per il semplice fatto che stavamo viaggiando con una R4 bianca con l'adesivo di Jim Morrison attaccato sul retro. C'è comunque anche oggi un cambio in questo confne. Di suoni, di colori di case, di tratti somatici, di appartenenza. Comincia la Spagna, in particolare i paesi baschi, che parlano e vivono a loro volta diversamente dal resto della Spagna. Sono le sette e mezzo e mi trovo a Irun, il mio punto di arrivo di oggi, che in realtà è il punto di partenza del Camino del Norte. Mi fermo all'albergo del pellegrino, e mi trovo a dormire come in una barzelletta delle scuole elementari: un canadese, un francese, un inglese, un tedesco e un italiano. Una signora molto gentile mi spiega il volontariato di Irun per gestire questo aubergue. Ogni settimana viene gestito da una persona diversa, per tutto l'anno. La biancheria, un caffé alla mattina, l'assegnazione dei letti, le notizie sul Camino. Tutta questa accoglienza disinteressata dal dio denaro mi dà una bella sensazione.
Domani, all'alba, si comincia sul serio.
Buen Camino
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