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domenica 11 ottobre 2009

Viaggio in Scozia 3 - Verso l'isola di Skye, verso l'Oceano






















Lochcarron, martedì nove giugno, le otto di mattina.
Mi aspetta la colazione in una sala dallo stile vittoriano, con una finestra che si affaccia sul prato, sul lago, e sul monte. Una finestra sul mondo. Lo capirò, strada facendo - no, no, in questo viaggio è meglio non parlare di strada in senso metaforico - lo capirò nel corso di questa settimana, che qui in Scozia c'è una specie di culto delle finestre del soggiorno: trine, fiori, vasi, e al di là di esse, dei fiori che dialogano con quelli all'interno. Gli altri ospiti del B&B non sono ancora scesi. Silenzio, l'unico rumore in sala è prodotto dalle mie posate che stridono sul piatto. Il padrone di casa mi rifornisce continuamente di fette di pane appena tostate che mi accompagnano le uova, le salsicce, i fagioli, la pancetta, il burro e le marmellate. Il bello della bici è che arriverò a sera avendo smaltito ogni singola caloria di questa colazione.
Mi trovo sul lungolago, sto percorrendo a ritroso Lochcarron. C'è poca gente in giro. Due pulcinelle di mare - uccelli dal becco grande arancione e dall'occhio triste - beccano qua e là sulla riva. Intravedo a metà monte, seguendo la tortuosa traccia visiva di un solco nel verde - una piccola strada, una casa e un filo di fumo. Mi domando come si possa vivere lì in inverno con il ghiaccio, la neve, qualche ora di luce, e infine mi rispondo: forse molto meglio lì che in prossimità del raccordo anulare di Roma. Arrivo fino al bivio, dopo circa dieci miglia, che mi obbligherà a percorrere il lago sulla riva opposta, e vedo passare un treno tutto lucido, verniciato di rosso bordeaux, che funziona a carbone. E' bellissimo, anche il rumore che produce; più tardi verrò a sapere che è il Royal Scotsman, un lussuoso treno di queste parti simile all'Orient-Express.
Mi trovo adesso sulla riva opposta del loch Carron e comincia a piovere, una pioggia fine, che non dà grandi fastidi. Il fastidio è invece provocato da una inaspettata salita al 14%, per fortuna non va oltre il chilometro; non riesco a capire perchè la strada non potesse essere costruita lungo il lago, forse ci sono degli inaccessibili costoni di roccia, fatto sta che in pochi chilometri, di queste ripide salite - e anche discese - ne troverò almeno cinque. La strada infine abbandona il lago e si addentra, con una salita lieve e costante, in un promontorio vista lago, composto prevalentemente da un fitto bosco di vegetazione alpina. Abeti e larici, colori intensi, accompagnati dal blu del cielo tornato improvvisamente sereno.
Raggiungo la sommità di alcune colline che tagliano il promontorio; da qui la vista è impressionante: il lago si trasforma in fiordo, e sullo sfondo c'è la mia meta di oggi, l'isola di Skye, e altre isolette più in là. Ora si scende con decisione, fino a Kyle of Localsh. E' un paese carino, forse un po' troppo cementificato, che rimane impresso più che altro come il punto di passaggio per l'isola di Skye, molto vicina, tanto che si raggiunge con un ponte a campata unica. Quando stai nel mezzo del ponte, il mare è a un centinaio di metri sotto, le vertigini sono in agguato. Nel momento in cui l'attraverso, un forte vento mugola sui piloni e gli scogli intorno sono costantemente schiumati di onde. Sono adesso sull'isola di Skye, una delle più rinomate isole al mondo. Sono emozionato, domani ne percorrerò un anello parziale lungo la sua costa. Faccio circa quindici chilometri attraversando un bosco, raggiungo Broadford e perdo circa un'ora per trovare un posto, un B&B con vista mare. Sono le otto e mezzo, con il sole ancora abbastanza alto nel cielo, quando entro in un ristorante dove ordino una zuppa di pesce, arrosto di salmone e Guinness. Trovo due italiani di Vicenza con cui scambio quattro chiacchiere: loro stanno girando in moto l'Irlanda e la Gran Bretagna ad un ritmo di 500 chilometri al giorno. Preferisco la bici, non ho dubbi.
Quando esco sono le dieci. Passeggio, vedo il sole che cala nel mare, poi il tramonto continua per un bel po' grazie ad una grande nuvola di passaggio che ruba la luce e la scena alla nostra amata stella. Davvero un bel vedere.
A domani
(Toni La Malfa)

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2 commenti:

Anonimo ha detto...

sai toni, oltre al fatto di leggere di questi tuoi viaggi, c'è una cosa che mi piace tantissimo: quel "a domani" con cui conludi fatto di tempo in-misurato che scatena la sensazione di un momento presente che si dilata e sembra quasi di avere un tempo che non è attesa ma in cui si riesce a stare in tutto quanto accade.

ciao
lisa

Unknown ha detto...

In Scozia, come per il viaggio in Sicilia dell'anno scorso, non sono riuscito a scrivere i post in diretta, complici la maggiore stanchezza serale e il costo di connessione all'estero. Mi sono limitato ad annotare degli appunti via via che vedevo o pensavo qualcosa di significativo. Per quanto meno freschi e più ponderati, mi è piaciuto mantenere il saluto "A domani", un piccolo segno di continuità.
Un abbraccio, Lisa
Toni