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sabato 15 aprile 2023

A mio fratello Mimmo

 

Ciao Mimmo.

Sono passati due giorni da quando te ne sei andato, e oggi, 3 aprile 2023, non sono ancora consapevole del fatto che non ci sei più. Ieri e l’altro ieri mi sono lasciato attrarre, quasi accarezzare, da un pensiero magico: ora Mimmo ricomincia a respirare e si alza dalla bara, urlando “Pesce d’aprile”! Invece ti ho visto sempre lì fermo, immobile, e questo pensiero si è svaporato come una nuvoletta primaverile, sciolto come neve al sole. In compenso ho visto, sempre in questi giorni, centinaia di persone, molte delle quali a me ignote, sbigottite e commosse e disperate che ti volevano bene, molte delle quali si sono rivolte a me, per loro sconosciuto, confessandomi gli svariati motivi per i quali Mimmo era il loro Medico con la M maiuscola. Mi ha azzeccato per primo la diagnosi, mi ha trovato posto in ospedale dopo numerose telefonate, rispondeva sempre al telefono, veniva a casa a visitarmi…e via, e via, e via. Queste persone mi hanno letteralmente stordito e commosso, e mi hanno dato la conferma di quanto tu fossi bravo.

Quando ero bambino, eri il mio supereroe: ho tifato per la tua squadra, ho fatto le stesse scuole elementari, medie(mi sarebbero toccate le Manzoni, ma sono voluto andare alle Battisti), lo stesso liceo, la facoltà di medicina, ma pian piano ho trovato ciò che mi differenziava da te, grazie a Dio. Tuttavia sei sempre rimasto per me un termine di paragone. 

Talvolta ci siamo allontanati e sempre ci siamo riavvicinati.

Ma negli ultimi undici anni, dopo il complicato intervento a cui ti sei sottoposto , siamo sempre stati uniti: con te, con Lisa, con Gabriella, con Patrizia e con Riego, che per me era come un fratello. La nostra mamma, che non sa ancora della tua morte, ci ha sempre spinto a restare uniti, e devo dire che ce l’ha fatta. Abbiamo trascorso delle vacanze insieme, abbiamo condiviso tante cene e tante risate, in buona parte per merito tuo.

E in questi due giorni ho scoperto anche un’altra cosa: ho capito che, stando alle statistiche, una cosa del genere ti sarebbe potuta accadere. E qui sta il miracolo. Non c’è stato un solo giorno, dal 2012 a oggi, in cui hai fatto pesare a me, e credo anche a tutti quelli a cui vuoi bene, la pesantezza di un rischio imminente. Anzi, hai vissuto appieno la tua vita fino a un’ora precedente la tua morte, morendo tra le braccia di Giovanni, tuo figlio, che ha fatto il possibile e l’impossibile per salvarti.

Io ho una colpa nei tuoi confronti: durante la malattia del 2012 e anche dopo, per qualche anno, in qualche modo, a modo mio, ho pregato per te. E dopo, ti visto così solare, leggero, e vitale, che me ne sono dimenticato. Per me eri nuovamente il mio fratellone, saldo come una roccia e inattaccabile dalle intemperie e dai marosi che si vedono da casa tua, e non ho più pregato per te, caro Mimmo, e mi scuso per questo. 

Grazie per i bei momenti che mi hai fatto trascorrere in questi ultimi undici anni, e che la terra ti sia lieve.