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martedì 23 aprile 2013

La compagnia



Domenica ventuno aprile, lungomare di Viareggio. 
Io ed altri cinque vestiti esattamente come me attraversiamo in bici la linea di partenza della Granfondo della Versilia 2013, dopo che altri 2290 circa hanno già oltrepassato quella riga. Abbiamo già fatto il vuoto, nel senso che dietro di noi non c'è nessuno. 
Non è una partenza alla Bolt, insomma, e nemmeno il proseguio della gara lo sarà; niente fascio di nervi, o proiettili umani o treni superveloci. Rimanendo in tema di mezzi di trasporto, per gran parte della gara abbiamo avuto l'ambulanza e l'auto di fine corsa immediatamente alle nostre spalle; poi per stanchezza e forature altrui, siamo riusciti a sorpassare almeno una quarantina, ma che dico?, una cinquantina di ciclisti addirittura.  Se vogliamo usare una metafora, piuttosto logora ma efficace, mi vien da pensare a "La bella tartaruga" di Bruno Lauzi. E come la bella tartaruga, noi, meglio di altri, siamo riusciti a vedere un prato d'insalata, un mare di frittata, spaghetti alla chitarra per passare la serata... Con tutto questo, non è stata certo una passeggiata, perchè ci siamo comunque sciroppati novanta chilometri in bici, le discese ardite e - soprattutto - le risalite; insomma, alla fine la fatica in bici si sente sempre. 
Ma anche noi avevamo un'impresa straordinaria da compiere: due viareggini, un camaiorese, due lucchesi e un cecinese(sembra l'inizio di una barzelletta) che si allenano molto sporadicamente insieme, con una certa disparità di mezzi, di chilometri sulle gambe e di età anagrafica si erano prefissi l'obiettivo di arrivare tutti e sei insieme al traguardo, vivi possibilmente. E aver centrato l'obiettivo, per uno come me che da giovane praticava agonismo in uno sport assolutamente individuale come i cinquemila e diecimila su pista di atletica leggera, è stata una bella soddisfazione. Una bella compagnia, che è riuscita ad amalgamare Carlo, soprattutto. 
Il momento topico è stato l'arrivo dei sei eroi in simultanea sulla linea del traguardo. Era in effetti, il nostro traguardo da raggiungere.
Ringrazio Alessio, Arturo, Carlo, Massimo e Tommaso, e li saluto con una canzone che ben rappresenta lo spirito della domenica che abbiamo trascorso.

domenica 7 aprile 2013

Tutto di me

- Hajime, ascoltami bene, - disse Shimamoto dopo una lunga pausa di silenzio. - E' molto importante e quindi ascoltami bene. Come ti dicevo prima, io non conosco mezze misure. Perciò o mi prendi così come sono o rinunci a me, non c'è altra scelta. E' fondamentale che tu capisca questo. Se sei disposto ad accettarlo, per me va bene. Io stessa non so fino a quando potremo andare avanti così, ma farò di tutto perché possa durare a lungo. Quando potrò, verrò. Quando non potrò, non verrò. Vorrei che fosse chiaro che non mi è possibile vederti tutte le volte che desidero. Forse non ti piacerà, ma se veramente non vuoi che io vada più via, non puoi far altro che prendermi così come sono ed accettare tutto, ma proprio tutto di me. Tutto quello che comporta stare con me e tutto quello che c'è in me. E anche io prenderò tutto di te. Tutto. Capisci? Capisci bene che cosa significa?
- Capisco bene, - dissi.
- E vuoi rimanere lo stesso insieme a me?
- Io l'ho già deciso, Shimamoto, - risposi. - Durante la tua assenza ci ho pensato e ripensato. Ho già preso una decisione.

"A sud del confine, a ovest del sole", di Murakami Haruki.