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venerdì 24 giugno 2011

Partenza per "El camino del norte por Santiago de Compostela"

Oggi si parte. Stanotte l'ho fatta in bianco a fare bagagli. Zaini, bicicletta, attrezzi, camere d'aria, caricabatterie, telefono, pile, fanali, postepay, contanti, bancomat, stampa di carte di imbarco, indumenti per bici e non bici, occhiali, dizionario spagnolo, libro, moleskine, netbook. Sono contento di partire e sono stanco; vorrei vedere, toccare, annusare, assaporare, respirare, cantare. Ho sempre un po' di timore. Ho sempre un po' di curiosità. Stasera farò scalo a Bruxelles, domani ripartirò con l'aereo per Biarritz, e da lì pedalerò solo. Non esattamente solo: sarò sempre in compagnia dell'odore e del fresco dell'oceano. A risentirci, il viaggio mi chiama.

domenica 5 giugno 2011

Librarsi

 Librarsi. E' uno dei nomi selezionati per il nostro gruppo di lettura. Io voterò  per questo. Ho girellato su Google e ho capito che non è la prima volta che questo verbo viene usato allo scopo, pazienza per la mancanza di originalità, e poi non so ancora se sarà il più votato. Ma mi piace. Leggo dal dizionario: librarsi, mantenersi sospeso in aria. A mio avviso sì, ci si sospende in aria quando si legge un libro, e - secondo Coleridge - si sospende anche la propria incredulità. La sospensione non significa perdita dei contatti con il mondo, il mondo è sotto di noi, siamo temporaneamente sopra di esso e abbiamo una visuale privilegiata, come la cima di una montagna che è visibile da grandi distanze e non dalla sua valle più vicina. E non significa nemmeno fuga, evasione, perché a terra torneremo arricchiti dalla lettura, sperando di "cadere con stile"(vedi toy story).
Cerco altri spunti di riflessione su questo verbo e penso a "Libr(i)arsi", che dà il senso del divorare i libri con passione, una passione che brucia e arde gli stessi libri che stiamo leggendo.
E infine librarsi può essere tramutato, forzandone il significato, in "farsi di libri": una sorta di dipendenza da libri che dà piacere, senza effetti collaterali. Una dipendenza che accomuna tutti i componenti del nostro gruppo di lettura.
Gruppo che è stato ultimamente nobilitato dalla sede dei nostri incontri: ci è stato concesso di ritrovarci mensilmente in una biblioteca, e che biblioteca! La biblioteca delle Oblate di Firenze dove il 3 maggio scorso ci siamo ritrovati per la prima volta, e per questo abbiamo dovuto pensare a un nome. Nella foto potete osservare, appunto, i nostri visi che sprizzano felicità per questo grandioso evento. Anche se non lo dimostra, anche Marco è felice(nella foto al centro, con gli occhiali).
In quella sera sono stati letti brani tratti dai seguenti testi:
Per chi suona la campana, Ernest Hemingway, letto da Marco
Mia madre è un fiume, Donatella Di Pietrantonio, letto da Toni
Con un poco di zucchero, Enzo Fileno Carabba, letto da Francesca
Il mare colore del vino, Leonardo Sciascia, letto da Cristina
Qualcuno con cui correre, David Grossman, letto da Valentina
Il dolore perfetto, Ugo Riccarelli, letto da Donatella
Stefano si è dimenticato il testo da leggere, ma non succederà più; in compenso è l'autore della foto in autoscatto.
I nostri prossimi incontri nell'anno 2011 inizieranno sempre alle 21,30 e si svolgeranno nei seguenti giorni:
martedì 7 giugno
martedì 6 luglio
martedì 6 settembre
martedì 4 ottobre
martedì 8 novembre
martedì 6 dicembre

Chi volesse unirsi a noi, ci faccia un fischio, anche tramite mail: alamal[chiocciola]tin.it